I futures sull’azionario americano cedono lo 0,3-0,5%, preannunciando un avvio sotto la parità a Wall Street, con l’attenzione rivolta soprattutto all’ultima ondata di dati economici.
Chiusura ieri in territorio positivo per i principali indici oltreoceano, con il Dow Jones e lo S&P 500 in rialzo rispettivamente dello 0,6% e dello 0,5%, seguiti dal Nasdaq a +0,2%.
Focus sull’agenda macroeconomica, con gli investitori intenti a trarre maggiori indicazioni sulle prossime mosse della Fed e sulle possibilità di un taglio dei tassi già a marzo.
Il deflatore PCE, una delle misure inflattive maggiormente monitorate dall’istituto di Washington, ha registrato a dicembre un incremento del 2,6% annuo, in linea con le attese e stabile rispetto a novembre. Su base mensile, l’indice dei prezzi per i consumi personali è salito dello 0,2%, rispettando il consensus, dopo il -0,1% del mese precedente.
Al netto di elementi volatili, il deflatore PCE Core ha registrato su base annua un aumento del 2,9%, in rallentamento oltre le attese (+3,0%) rispetto al +3,2% di novembre. Su base mensile, l’indice è salito dello 0,2%, in linea con il consensus, dopo il +0,1% di novembre.
Restando sul fronte macro, a dicembre il reddito personale negli Stati Uniti ha registrato un incremento dello 0,3%, in linea con le attese e in leggero rallentamento rispetto al +0,4% del mese precedente.
Sempre a dicembre, la spesa personale in America è salita dello 0,7%, in accelerazione oltre il consensus (+0,5%) rispetto al +0,4% (rivisto da +0,2%) di novembre.
Tornando a Wall Street, nel pre-market Intel cede quasi il 10% in scia alla guidance sul trimestre in corso, per il quale il produttore di chip prevede ricavi tra i 12,2 e i 13,2 miliardi di dollari (rispetto ai 14,2 miliardi delle stime degli analisti) e un utile per azione di 0,13 dollari (vs 0,34$ del consensus).