Le Borse europee proseguono caute a metà seduta, con Piazza Affari che vira in negativo, mentre i futures scambiano poco distanti dalla parità.
A Milano, il Ftse Mib cede lo 0,6% a 30.186 punti, debole come il Dax di Francoforte (-0,5%) e Ibex35 di Madrid (-0,4%). Resistono invece il Ftse 100 di Londra (+0,2%) e il Cac 40 di Parigi (+0,1%).
Lo sguardo degli investitori è già focalizzato sugli annunci della Federal Reserve di mercoledì e della Bank of England di giovedì.
Focus inoltre sulla serie di dati in agenda questa settimana, tra cui PIL dell’Eurozona, PMI cinesi, inflazione australiana ed europea e non farm payrolls, oltre che sulle trimestrali di big tech quali Microsoft, Alphabet, Apple, Amazon e Meta Platforms.
Sul fronte asiatico, le autorità di regolamentazione finanziaria cinesi hanno dichiarato che interromperanno il prestito di alcune azioni per le vendite allo scoperto. Nel settore immobiliare, il tribunale di Hong Kong ha emesso un ordine di liquidazione del colosso immobiliare Evergrande che non è stato in grado di raggiungere un accordo di ristrutturazione con i creditori.
Continuano a pesare infine le tensioni internazionali con il presidente Usa Joe Biden che ha promesso di “rispondere” all’attacco che ha causato tre vittime statunitensi nel nord est della Giordania.
Dall’agenda macroeconomica odierna, occhi nel pomeriggio sull’indice dell’attività manifatturiera Fed Dallas di gennaio.
Sul forex, l’euro/dollaro ridiscende a 1,082 mentre il cambio tra biglietto verde e lo yen si mantiene a 147,8. Tra le materie prime, rallenta leggermente il petrolio con il Brent (+0,1%) a 83,0 dollari al barile e il Wti (+0,1%) a 78,1 dollari.
Sull’obbligazionario, lo spread Btp-Bund flette a 151 punti (-1bp), con il rendimento del decennale italiano al 3,74%.
Tornando a Piazza Affari, sale in vetta Saipem (+2%), seguita da Eni (+1,8%) che ha ottenuto da RINA Services la certificazione ISO 37301:2021 del proprio Sistema di Gestione della Compliance, e Iveco (+0,8%), mentre prosegue in coda Finecobank (-5,4%), dopo che Jp Morgan ha abbassato il target price sul titolo da 14,5 a 13,4 euro, confermandone però il ‘neutral’, con vendite anche su Nexi e Amplifon (-2,6%).