Wall Street consolida i guadagni in attesa della riunione della Federal Reserve prevista per fine mese (mercoledì) durante la quale i mercati sperano di intravedere le prospettive per un successivo taglio dei tassi (a marzo).
Nella seduta conclusiva della scorsa settimana, caratterizzata da nuovi record sia degli indici che dei soliti titoli tecnologici (semi conduttori in particolare), Russell 2000 e Dow Jones avanzano rispettivamente di 0,1% e di due decimi di punto percentuale.
Sul fronte opposto, Nasdaq e S&P500 cedono invece rispettivamente lo 0,4% e un decimo di punto percentuale.
VIX in calo di quasi il due per cento fino a 13,25 punti.
Calma piatta invece sul mercato obbligazionario con i rendimenti sulla scadenza decennale governativa (Tbond) che rimangono invariati al 4,13%.
Tra le materie prime giornata ancora positiva per il petrolio il quale avanza di un punto e mezzo percentuale salendo fino a 78,5 dollari al barile, in scia ad una situazione nel conflitto mediorientale sempre più escandescente con il rischio dell’apertura di nuovi fronti bellici.
Seduta invece lievemente debole per i due principali metalli preziosi – oro ed argento – i quali non riescono a decollare, malgrado le tensioni geopolitiche mondiali. Entrambi i metalli arretrano lievemente con l’argento che scivola di nuovo al di sotto dei 23 dollari l’oncia. Unità nota positiva è la sostanziale tenuta in presenza del rafforzamento del biglietto verde.
Sul mercato valutario il dollaro consolida il progresso della seduta precedente spingendosi nei confronti della moneta unica a 1,084.
La divisa statunitense mette a segno il nuovo record storico rispetto alla lira turca a 30,35 e risale fino a 90 nei confronti del rublo russo.