Mercati – Avvio sottotono per l’Europa con Milano -0,2%

Avvio sottotono per le principali borse europee all’indomani della Federal Reserve.

A Milano, il Ftse Mib cede lo 0,2% a 30.669 punti, debole come il Cac 40 di Parigi (-0,8%), il Ftse 100 di Londra (-0,5%), il Dax di Francoforte (-0,3%) e l’Ibex35 di Madrid (-0,1%).

La Fed ha lasciato, come atteso, i tassi di interesse invariati al 5,25% – 5,5% per la quarta riunione consecutiva, ovvero ai massimi degli ultimi 22 anni, segnalando di aver concluso gli aumenti del costo del denaro ma precisando di non essere pronta a iniziare a effettuare tagli.

“Il Comitato”, riporta una nota del Fomc, “non si aspetta che sarà opportuno ridurre l’intervallo obiettivo finché non avrà acquisito maggiore fiducia che l’inflazione si sta muovendo in modo sostenibile verso il 2%”, rimuovendo comunque i riferimenti che indicavano la volontà di continuare ad aumentare il costo del denaro fino a quando l’inflazione non fosse stata riportata verso il target.

Il presidente Powell ha affermato che “l’inflazione è ancora troppo alta, i progressi nel ridurla non sono garantiti e il percorso da seguire è incerto”, aggiungendo che il board “ha fiducia nel calo dell’inflazione” ma che “attende di vedere dei dati migliori, il segnale di essere sulla strada giusta” per poter iniziare ad abbassare i tassi. Inoltre ha detto chiaramente di ritenere “improbabile un taglio a marzo”.

Oggi lo sguardo si sposterà sulla riunione della Bank of England e domani sul job report Usa.

Sul fronte asiatico, le autorità cinesi hanno citato potenziali piani di spesa con un funzionario di Pechino che ha affermato che il governo fisserà una dimensione “ragionevole” per gli investimenti.

Sul sentiment pesano invece le preoccupazioni legate al settore bancario in scia al crollo della giapponese Aozora Bank dopo aver previsto una perdita per l’intero anno sui prestiti immobiliari all’estero e avvertito che saranno necessari fino a due anni prima che il mercato degli uffici statunitense si stabilizzi.

Un annuncio che fa eco a quanto reso noto da New York Community Bank che ha perso 260 milioni di dollari nel quarto trimestre a causa di un aumento delle perdite previste sui prestiti relativi agli immobili impiegati come uffici negli Stati Uniti.

Dall’agenda macroeconomica, a gennaio l’indice Pmi manifatturiero della Cina stilato da Caixin si è attestato a 50,8 punti, in linea con il dato di dicembre e le attese.

Nello stesso mese, il dato finale del PMI manifatturiero giapponese della Jibun Bank si è fissato a 48 punti, in linea alla rilevazione preliminare. Il dato finale di dicembre indicava 47,9 punti.

Occhi stamane su PMI manifatturiero di gennaio in Italia, Francia, Germania, Eurozona e Regno Unito; Prezzi al consumo italiani armonizzati UE preliminari di gennaio. Nell’Eurozona focus su prezzi al consumo preliminari di gennaio e disoccupazione di dicembre. Nel pomeriggio da monitorare negli Usa le richieste settimanali di sussidi disoccupazione, il PMI manifatturiero finale e l’ISM manifatturiero di gennaio.

Sul forex, l’euro/dollaro ridiscende a 1,078 e il cambio tra biglietto verde e lo yen oscilla a 146,8. Tra le materie prime, petrolio poco mosso con il Brent (-0,1%) a 80,5 dollari al barile e il Wti (-0,1%) a 75,8 dollari.

Sull’obbligazionario, lo spread Btp-Bund riparte da 157 punti, con il rendimento del decennale italiano al 3,76%.

Tornando a Piazza Affari, bene in avvio Telecom Italia (+1,8%) dopo aver ricevuto dal Ministero dell’Economia e delle Finanze unofferta per l’acquisto di Sparkle, seguita da Cucinelli, Saipem e Inwit (+0,4%). In coda invece MPS, Ferrari ed Enel (-1,7%).