Mercati – Borse europee perlopiù in calo a metà seduta con Piazza Affari a -0,5%

Le Borse europee proseguono perlopiù in calo a metà seduta, mentre i futures viaggiano sopra la parità a Wall Street.

A Milano, il Ftse Mib cede lo 0,5% a 30.607 punti, debole come il Ftse 100 di Londra (-0,01%), il Dax di Francoforte (-0,2%) e il Cac 40 di Parigi (-0,7%), in controtendenza invece l’Ibex35 di Madrid (+0,3%).

La Fed ha lasciato, come atteso, i tassi di interesse invariati al 5,25% – 5,5% per la quarta riunione consecutiva, ovvero ai massimi degli ultimi 22 anni, segnalando di aver concluso gli aumenti del costo del denaro ma precisando di non essere pronta a iniziare a effettuare tagli.

“Il Comitato”, riporta una nota del Fomc, “non si aspetta che sarà opportuno ridurre l’intervallo obiettivo finché non avrà acquisito maggiore fiducia che l’inflazione si sta muovendo in modo sostenibile verso il 2%”, rimuovendo comunque i riferimenti che indicavano la volontà di continuare ad aumentare il costo del denaro fino a quando l’inflazione non fosse stata riportata verso il target.

Il presidente Powell ha affermato che “l’inflazione è ancora troppo alta, i progressi nel ridurla non sono garantiti e il percorso da seguire è incerto”, aggiungendo che il board “ha fiducia nel calo dell’inflazione” ma che “attende di vedere dei dati migliori, il segnale di essere sulla strada giusta” per poter iniziare ad abbassare i tassi. Inoltre ha detto chiaramente di ritenere “improbabile un taglio a marzo”.

Oggi lo sguardo si sposterà sulla riunione della Bank of England e domani sul job report Usa.

Si prevede che la BOE lascerà il suo tasso di prestito chiave al massimo di 16 anni, offrendo allo stesso tempo prospettive più brillanti per l’economia del Regno Unito, riducendo le sue previsioni per l’inflazione quest’anno e aprendo potenzialmente la strada ad un allentamento della politica.

Sul fronte asiatico, le autorità cinesi hanno citato potenziali piani di spesa con un funzionario di Pechino che ha affermato che il governo fisserà una dimensione “ragionevole” per gli investimenti.

Sul sentiment pesano invece le preoccupazioni legate al settore bancario in scia al crollo della giapponese Aozora Bank dopo aver previsto una perdita per l’intero anno sui prestiti immobiliari all’estero e avvertito che saranno necessari fino a due anni prima che il mercato degli uffici statunitense si stabilizzi.

Un annuncio che fa eco a quanto reso noto da New York Community Bank che ha perso 260 milioni di dollari nel quarto trimestre a causa di un aumento delle perdite previste sui prestiti relativi agli immobili impiegati come uffici negli Stati Uniti.

Dall’agenda macroeconomica, l’Eurostat ha comunicato che nel mese di gennaio i prezzi al consumo nell’Eurozona hanno registrato un calo dello 0,4% su base mensile (dato preliminare), in linea alle attese, dopo il +0,2% di dicembre. Su base annua i prezzi al consumo hanno riportato un +2,8%, a fronte del +2,7% del consensus e del +2,9% del mese precedente.

A gennaio l’indice PMI relativo al settore manifatturiero dell’Italia si è attestato a 48,5 punti, in miglioramento oltre le attese (47,0 punti) e rispetto ai 45,3 punti di dicembre.

Secondo le stime preliminari, in Italia a gennaio l’indice armonizzato UE dei prezzi al consumo ha registrato un progresso dello 0,9% su base annua, al di sopra delle attese (+0,8%) e in accelerazione rispetto al +0,5% di dicembre. Su base mensile, il dato ha evidenziato un calo del’1,1%, rispetto al -1,2% del consensus e al +0,2% del mese precedente.

Sempre a gennaio, la lettura finale dell’indice Pmi manifatturiero tedesco ha evidenziato un valore di 45,5 punti, leggermente al di sopra dei 45,4 punti della rilevazione preliminare e delle attese. Il dato finale di dicembre si era attestato a 43,3 punti.

Nel pomeriggio da monitorare negli Usa le richieste settimanali di sussidi disoccupazione, il PMI manifatturiero finale e l’ISM manifatturiero di gennaio.

Sul forex, l’euro/dollaro ridiscende a 1,079 e il cambio tra biglietto verde e lo yen oscilla a 146,8. Tra le materie prime, petrolio in aumento con il Brent (+1%) a 81,3 dollari al barile e il Wti (+1%) a 76,6 dollari.

Sull’obbligazionario, lo spread Btp-Bund sale di circa un punto base a 158 punti, con il rendimento del decennale italiano al 3,79%.

Tornando a Piazza Affari, bene Tenaris (+1,8%), seguita da Iveco (+1,4%), TIM (+1,3%), dopo aver ricevuto dal Ministero dell’Economia e delle Finanze unofferta per l’acquisto di Sparkle, e Saipem (+1,1%). In coda invece le utility A2A (-2,1%), Hera (-1,9%) ed Enel (-1,8%), e Unicredit (-1,4%).