I futures sull’azionario americano oscillano tra la parità e +0,5%, preannunciando un avvio perlopiù in rialzo all’indomani della decisione della Fed.
Chiusura negativa ieri per i principali indici oltreoceano, con il Nasdaq e lo S&P 500 in calo rispettivamente del 2,2% e dell’1,6%. Il Dow Jones ha terminato gli scambi a -0,8%.
Come previsto, la Fed ha lasciato i tassi di interesse invariati al 5,25–5,5% per la quarta riunione consecutiva, ovvero ai massimi degli ultimi 22 anni.
A valle del meeting FOMC, il presidente Powell ha affermato che “l’inflazione è ancora troppo alta, i progressi nel ridurla non sono garantiti e il percorso da seguire è incerto”, aggiungendo che il board “ha fiducia nel calo dell’inflazione” ma che “attende di vedere dei dati migliori per poter iniziare ad abbassare i tassi”. Inoltre ha detto chiaramente di ritenere “improbabile un taglio a marzo”.
All’indomani della stima ADP sull’occupazione Usa, le nuove richieste di disoccupazione nella settimana al 27 gennaio sono risultate pari a 224mila, al di sopra delle attese (212mila) e delle 215mila della settimana precedente (dato rivisto da 214mila).
Sempre sul fronte macro, sono attesi oggi l’indice manifatturiero ISM di gennaio e la rilevazione finale per lo stesso sul PMI manifatturiero di S&P Global.
Prosegue poi la stagione delle trimestrali, con gli occhi puntati oggi sui conti di Apple, Amazon e Meta, attesi in serata.