Le borse europee proseguono positive a metà seduta, con gli operatori valutano le ultime dichiarazioni hawkish del presidente della Federal Reserve Powell, mentre i futures di Wall Street viaggiano sotto la parità.
A Milano, il Ftse Mib guadagna l’1,2% a 31.087 punti, ai massimi da 16 anni, più prudenti il Ftse 100 di Londra (+0,4%), il Dax di Francoforte (+0,2%), il Cac 40 di Parigi (+0,01%), mentre l’Ibex35 di Madrid cede lo 0,08%.
Il presidente della Fed Powell ha affermato ieri in un’intervista che i funzionari aspetteranno probabilmente oltre marzo prima di tagliare i tassi di interesse, specificando che secondo “quasi tutti” i membri del FOMC la banca centrale statunitense ridurrà il costo del denaro dall’attuale massimo degli ultimi 23 anni del 5,25-5,5% a un certo punto nel corso del 2024.
La probabilità su un taglio dei tassi da parte della Fed a marzo è crollata venerdì al 20% dal 40% stimato giovedì, in quanto la solidità economica degli Usa riduce la possibilità di un imminente allentamento della politica monetaria.
Sul fronte asiatico, la China Securities Regulatory Commission ha promesso di prevenire fluttuazioni anomale, coinvolgendo un maggior numero di fondi a medio e lungo termine nel mercato e contrastando le attività illegali.
Pesano intanto i rischi di nuove tensioni geopolitiche dopo che l’ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha avvertito che, se sarà eletto, potrebbe imporre una tariffa sui beni cinesi superiore al 60%.
Inoltre gli Usa sono pronti a ulteriori attacchi contro le forze e i delegati dell’Iran, mentre gli Houthi hanno affermato che reagiranno ai bombardamenti.
Dall’agenda macroeconomica, a gennaio la lettura finale dell’indice HCOB PMI Servizi dell’Eurozona si è attestata a 48,4 punti, in linea con il dato preliminare e con le attese. L’indice composito ha riportato un valore finale di 47,9 punti, invariato rispetto alle attese e al dato preliminare.
In dettaglio, in Germania la lettura finale dell’indice HCOB Pmi Servizi di gennaio si è attestata a 47,7 punti, appena al di sopra della lettura preliminare e delle attese (47,6 punti). L’indice composito, invece, ha riportato un valore finale di 47,0 punti, rispetto ai 47,1 punti del preliminare e del consensus.
In Italia, l’indice HCOB Pmi Servizi è salito a 51,2 punti da 49,8 punti di dicembre, risultando superiore anche alle stime degli analisti a 50,8 punti. L’indice Pmi Composito si è attestato a 50,7 punti, superiore sia al dato del mese precedente (48,6 punti) sia al consensus (50,2 punti).
Nel pomeriggio, PMI servizi e composito Usa finale di gennaio.
Sul forex, l’euro/dollaro in calo a 1,075 mentre il cambio tra biglietto verde e lo yen oscilla a 148,4. Tra le materie prime, petrolio in calo con il Brent (-0,7%) a 76,8 dollari al barile e il Wti (-0,9%) a 71,7 dollari.
Sull’obbligazionario, lo spread Btp-Bund cala di circa un punto base a 156 punti, con il rendimento del decennale italiano al 3,83%.
Tornando a Piazza Affari, corre Unicredit (+9,7%) spinta dalla trimestrale record, seguita da MPS (+4%), Intesa Sanpaolo (+3,3%) e Bper (+2,7%), mentre arretrano Tenaris (-1,6%), TIM (-1,3%), Prysmian (-1,2%) ed Eni (-1,1%).