IL gruppo Intesa archivia il 2023 con un utile netto in crescita del 76,4% a 7.724 milioni (4.379 milioni nel 2022).
Gli interessi netti sono stati pari a 14.646 milioni, in aumento del 54,2% a/a e le commissioni nette sono diminuite del 4% a 8.558 milioni, in diminuzione del 4% rispetto ai 8.919 milioni del 2022. In dettaglio, si registra una diminuzione del 3% delle commissioni da attività bancaria commerciale e del 2,8% delle commissioni da attività di gestione, intermediazione e consulenza.
I proventi operativi netti salgono del 17,2% a 25.138 milioni, in aumento del 17,2%, mentre i costi operativi ammontano a 11.329 milioni, in aumento del 3,6% a/a a seguito di un aumento del 3,5% per le spese del personale, del 3,1% per le spese amministrative e del 5,2% degli ammortamenti.
Il risultato della gestione operativa ammonta segna un progresso del 31,4% a 13.809 milioni.
Il cost/income ratio nel 2023 è pari al 45,1%, rispetto al 51% del 2022.
Il risultato netto consolidato è pari a 7.724 milioni, dopo la contabilizzazione, tra l’altro, di:
– imposte sul reddito per 3.438 milioni di euro, che includono un beneficio di 352 milioni
derivante dall’iscrizione di imposte differite attive relative a ex UBI Banca;
– oneri di integrazione e incentivazione all’esodo (al netto delle imposte) per 222 milioni;
– effetti economici negativi derivanti dall’allocazione dei costi di acquisizione (al netto delle
imposte) per 161 milioni;
– tributi ed altri oneri riguardanti il sistema bancario (al netto delle imposte) per 485 milioni.
Il costo del rischio del 2023 si attesta a 36 centesimi di punto, a 32 se si escludono gli stanziamenti effettuati nel quarto trimestre – pari a circa 150 milioni di euro – per favorire il de-risking, con un ammontare di overlay pari a 0,9 miliardi di euro.
Lo stock di crediti deteriorati a fine dicembre 2023, rispetto a fine dicembre 2022, diminuisce del 9,7% al netto delle rettifiche di valore e del 7% al lordo; – l’incidenza dei crediti deteriorati sui crediti complessivi è pari all’1,2% al netto delle rettifiche di valore e al 2,3% al lordo.
Elevati livelli di copertura dei crediti deteriorati: – livello di copertura specifica dei crediti deteriorati al 49,8% a fine dicembre 2023, con una copertura specifica della componente costituita dalle sofferenze al 72,4%; – robusto buffer di riserva sui crediti in bonis, pari allo 0,6% a fine dicembre 2023.
Il Cda ha deliberato di proporre alla prossima assemblea la distribuzione di 15,20 centesimi di euro per azione, come saldo dividendi (che si aggiunge a 14,40 centesimi di acconto pagato a novembre 2023) e l’esecuzione, subordinatamente all’approvazione della BCE, di un acquisto di azioni proprie da avviare a giugno 2024 per loro successivo annullamento, pari a circa 55 centesimi di punto di Common Equity Tier 1 Ratio al 31 dicembre 2023.
Il dividendo per azione complessivo proposto per il 2023 è di 29,60 centesimi di euro, quasi doppio rispetto a 16,39 centesimi corrisposti per il 2022.
Rapportando l’importo unitario complessivo proposto di 29,60 centesimi di euro al prezzo di riferimento dell’azione registrato mediamente nel 2023, risulta un rendimento (dividend yield) pari al 12,1%.
I coefficienti patrimoniali al 31 dicembre 2023 – calcolati deducendo dal capitale 2,6 miliardi di acconto dividendi 2023 pagato a novembre 2023 e 2,8 miliardi di saldo dividendi 2023 proposto – risultano pari a:
– 13,7% per il Common Equity Tier 1 ratio (13,5% a fine 2022),
– 16,3% per il Tier 1 ratio (16% a fine 2022),
– 19,2% per il coefficiente patrimoniale totale (19% a fine 2022).
Deducendo dal capitale anche l’impatto di circa 55 centesimi di punto del buyback che si intende avviare a giugno 2024, i coefficienti patrimoniali al 31 dicembre 2023 risultano pari a:
– 13,2% per il Common Equity Tier 1 ratio,
– 15,7% per il Tier 1 ratio,
– 18,6% per il coefficiente patrimoniale totale.