Seduta a due velocità per i principali listini asiatici dopo la chiusura debole di ieri a Wall Street.
Shanghai e Shenzhen guadagnano rispettivamente il 2,8 e il 4,6%, toniche come Hong Kong (+3,9%). Sottotono invece il Giappone con Nikkei a -0,5% e Topix a -0,7%.
Oltreoceano, il Dow Jones ha terminato a -0,7%, S&P500 a -0,3% e il Nasdaq a -0,2%.
Il sentiment cinese beneficia della notizia che Pechino ha adottato ulteriori misure a sostegno dei mercati finanziari, tra cui l’ampliamento dei limiti di trading per gli investitori e l’impegno, da parte di un fondo sovrano, di aumentare ulteriormente le partecipazioni in fondi negoziati in borsa.
In tema di politica monetaria, si affievoliscono le speranze di una rapida svolta della Federal Reserve verso un allentamento, con i mercati che hanno sostanzialmente azzerato l’aspettativa di un intervento sui tassi a marzo e ridotto la probabilità assegnata a un taglio a maggio.
Il presidente della Fed di Minneapolis, Neel Kashkari, ha affermato che i funzionari hanno tempo per valutare i dati in arrivo prima di effettuare un allentamento, mentre l’omologo di Chicago Austan Goolsbee ha ribadito che desidererebbe vedere dati più favorevoli sull’inflazione.
Sempre sul fronte monetario, la Reserve Bank australiana ha dichiarato di non poter escludere un ulteriore aumento del costo del denaro dopo aver mantenuto, come previsto, il tasso di riferimento invariato al 4,35%.
Sul forex, l’euro/dollaro risale a 1,076 mentre il cambio tra biglietto verde e lo yen ridiscende a 148,4. Tra le materie prime, petrolio in frazionale rialzo con il Brent (+0,2%) a 78,2 dollari al barile e il Wti (+0,2%) a 72,9 dollari.