Seduta prevalentemente in rialzo per i principali listini asiatici dopo la chiusura in denaro di ieri a Wall Street.
Shanghai e Shenzhen guadagnano rispettivamente l’1,4 e l’1,5%, flette invece Hong Kong (-0,3%). Cauto il Giappone con Nikkei a -0,1% e Topix a +0,4%.
Oltreoceano, Dow Jones a +0,4%, seguito dallo S&P500 (+0,2%) e dal Nasdaq (+0,1%).
Gli investitori valutavano una serie di osservazioni caute da parte dei funzionari della Federal Reserve e al contempo l’impatto degli sforzi della Cina per sostenere il mercato, anche se permangono dubbi sulla potenza delle misure di Pechino per stabilizzare il mercato.
La volatilità è probabilmente elevata anche in considerazione del fatto che i mercati cinesi saranno chiusi per una settimana di vacanze per il Capodanno lunare a partire da venerdì.
Le azioni giapponesi sono rimaste in sordina in un contesto di utili contrastanti provenienti da importanti società tra cui Toyota, Mitsubishi e Daikin.
Sul fronte della politica monetaria, in Nuova Zelanda, l’ottimo rapporto sull’occupazione del paese ha suggerito che la banca centrale potrebbe rimanere cauta nel tagliare i tassi di interesse.
Nel Stati Uniti, il presidente della Fed di Cleveland, Loretta Mester, ha affermato che i politici probabilmente acquisiranno fiducia nel tagliare i tassi di interesse “entro la fine dell’anno” se l’economia si evolverà come previsto. Il suo omologo di Minneapolis, Neel Kashkari, ha celebrato il sostanziale miglioramento apportato all’inflazione, ma ha indicato che sono necessari ulteriori progressi.
Dall’agenda macro è emerso che in Giappone a dicembre il Leading Index (preliminare) si è attestato a 110 punti, superiore ai 109,3 punti del consensus e ai 108,1 punti di novembre (rivisto da 107,6).
Sul forex, l’euro/dollaro risale a 1,077 mentre il cambio tra biglietto verde e lo yen ridiscende a 147,8. Tra le materie prime, petrolio poco mosso con il Brent (-0,1%) a 78,5 dollari al barile e il Wti (+0,04%) a 73,3 dollari.