Avvio poco mosso a Wall Street, con l’attenzione che resta sui segnali provenienti dall’agenda macroeconomica e dalle banche centrali.
Dopo pochi minuti di scambi, il Dow Jones e il Nasdaq scambiano intorno alla parità, lo S&P 500 cede lo 0,1%.
I dati da poco diffusi rivelano che nella settimana che si è conclusa il 3 febbraio le richieste di sussidi di disoccupazione negli Stati Uniti sono risultate pari a 218mila unità, al di sotto delle 220mila unità del consensus e delle 227mila unità della rilevazione della settimana precedente (riviste da 224mila unità).
Il numero totale di richiedenti l’indennità di disoccupazione nella settimana conclusa il 27 gennaio è stato di 1,871 milioni, leggermente al di sotto delle previsioni degli analisti (1,875 milioni) e inferiori agli 1,894 milioni della settimana precedente (rivisto da 1,898 milioni).
Atteso alle ore 16.00 il dato finale sulle scorte all’ingrosso di dicembre.
Focus nel pomeriggio anche su altri interventi dei funzionari delle banche centrali, tra i quali Philip Lane della Bce e Thomas Barkin della Fed.
Il tutto dopo che ieri alcuni policy maker della banca centrale statunitense hanno affermato di non vedere l’urgenza che venga attuato un allentamento monetario, coerentemente con quanto dichiarato precedentemente dai colleghi e dal presidente Jerome Powell, secondo cui un primo taglio dei tassi non avverrà probabilmente prima di maggio.
Negli Usa, riflettori anche sul comparto del reddito fisso con il Tesoro americano alle prese con il collocamento di titoli a 30 anni dopo aver venduto con successo questa settimana obbligazioni a tre e dieci anni.
Sull’azionario, Arm Holdings vola in avvio a Wall Street, in rialzo di quasi il 40% dopo aver previsto vendite e utili trimestrali oltre le attese degli analisti.
Sul Forex, l’euro/dollaro scende a quota 1,076, mentre il dollaro/yen sale a 149,3. Tra le materie prime, in rialzo le quotazioni del greggio, con il Brent (+1,7%) a 80,6 dollari e il Wti (+1,8%) a 75,2 dollari.
Nel comparto obbligazionario, infine, i rendimenti sui Treasury a 2 e 10 anni salgono rispettivamente al 4,45% e al 4,15%.