In un’intervista a Market Insight il Presidente esecutivo del Gruppo Hera, l’Ingegnere Cristian Fabbri, ha illustrato i principali elementi che compongono il nuovo Piano Industriale al 2027 e i driver che lo trainano, svelando anche le attese sui risultati del 2023.
“4,4 miliardi di investimenti per lo sviluppo industriale, per la crescita sostenibile e per la resilienza ci permetteranno di traguardare al 2027 un margine operativo lordo di 1,65 miliardi, con un incremento del 28% rispetto al 2022 e un aumento dei dividendi di pari dimensione. Il 40% degli investimenti contribuirà a rendere ancora più resilienti le nostre infrastrutture per garantire qualità e continuità dei nostri servizi, anche in condizioni climatiche avverse come quelle sperimentate negli ultimi anni. La riduzione delle emissioni climalteranti del 29% e l’impegno nella rigenerazione delle risorse sono esempi concreti del nostro contributo alla transizione ecologica, così come salirà al 64% il margine operativo lordo generato da attività che soddisfano anche i target definiti dall’Agenda ONU per lo sviluppo sostenibile”, spiega il Presidente Fabbri.
Inoltre, “nei cinque anni di Piano contribuiremo allo sviluppo delle comunità locali distribuendo 10 miliardi di valore economico agli stakeholder dei territori in cui operiamo. Si tratta, quindi, di un Piano che soddisfa pienamente il purpose del Gruppo: generare valore sostenibile, favorendo una transizione “giusta”. La crescita record del EBITDA nel 2023, che prevediamo possa superare 1,48 miliardi, e la consistente diminuzione dell’indebitamento, con il rapporto debito netto/EBITDA atteso al di sotto di 2,6x, sono il promettente primo tassello di questo Piano industriale, al quale si aggiunge l’aggiudicazione di oltre un milione di clienti provenienti dalla tutela elettrica, che accelera il raggiungimento dei 4,3 milioni di clienti energy, consolidando ulteriormente la nostra posizione di terzo operatore italiano nel settore”.
Le attese per il FY 2023
“Prevediamo che l’EBITDA di Gruppo 2023 sia superiore a 1.480 milioni, ovvero circa 185 milioni in più rispetto ai 1.295 milioni del 2022 che rappresenta la maggiore progressione mai raggiunta dal Gruppo nell’arco di un esercizio”, esordisce il Presidente.
Il progresso conseguito di trimestre in trimestre, “conferma la nostra capacità di continuare lo sviluppo dei mercati dell’Energia e del Waste, di realizzare il piano degli investimenti programmato e di continuare a ricercare efficienze per contrastare l’inflazione e abbiamo proseguito il percorso sulle M&A. Inoltre, nel 2023 abbiamo avuto significativi contributi dal superbonus e dai mercati di ultima istanza”.
La combinazione della crescita di EBITDA con il solido profilo patrimoniale – che ha beneficiato dell’aumento del circolante per la riduzione prevista delle riserve di gas e per i minori crediti risultanti dal contesto di disinflazione delle commodity – ha riportato il rapporto Debito/EBITDA sotto 2,6x a fine 2023: un livello nettamente inferiore rispetto al 3,3x di fine 2022, quando i prelievi di gas dagli stoccaggi erano da poco tempo iniziati.
“Con una crescita dell’EBITDA di oltre 250 milioni, abbiamo centrato gli obiettivi del Piano 2022-2026 con tre anni di anticipo che prevedeva un EBITDA al 2026 pari a 1.470 milioni”.
I focus strategici del piano al 2027
“Incoraggiati da questi importanti risultati, abbiamo voluto impostare il piano 2023-2027 secondo una logica di continuità con la vincente strategia del passato, tenendo conto dei necessari aggiornamenti per il diverso scenario operativo e finanziario con cui ci confrontiamo”, prosegue Fabbri.
“In linea con il nostro purpose aziendale vogliamo promuovere la crescita per creare valore, anche in termini di Valore Condiviso e mantenere un profilo di business sempre più resiliente. Questo ci ha portato a declinare le azioni del Piano secondo tre precise leve strategiche: creazione di valore, crescita sostenibile e incremento della resilienza”.
“In Hera, creare valore significa massimizzare il differenziale tra il ROI e il WACC” – sottolinea il Presidente. Infatti, “attraverso una forte allocazione del capitale, grazie al continuo sviluppo del mercato e realizzazione di nuove efficienze, prevediamo che lo spread tra ROI e WACC possa ampliarsi, con il ROI previsto al 9,5% nel 2027 (era 7,9% nel 2022), mentre il WACC aumenterebbe solo marginalmente di 0,1% nel quinquennio, passando a 5,8% (era 5,7% nel 2022). Ciò ci permetterebbe di raggiungere un miglioramento complessivo di oltre 150 punti base in arco Piano”.
Inoltre, l’impegno nella creazione di valore “è evidente anche in termini di ritorno annuo per i nostri azionisti nel quinquennio, con un rendimento del dividendo di circa il 5% e in una crescita dell’Utile per Azione di oltre il 7%, con un ritorno complessivo che supera il 12%”.
Oltre alla creazione di valore che è trasversale in tutto il piano, Hera si impegna anche a essere una realtà autenticamente sostenibile, che condivide con i propri stakeholder il valore creato nel tempo.
Questo “ci porterà a concentrare gli investimenti operativi 2023-2027, in modo equilibrato, su tre fronti: il 31% del capex sarà dedicato a progetti per ridurre le emissioni del Gruppo, che ci consentiranno di abbattere del 29% le emissioni di CO2 nel 2027 rispetto al 2019 (target validato da SBTi); 39% del capex sarà riservato a progetti per migliorare la circolarità, come ad esempio l’aumento di volumi di plastica riciclata da Aliplast del +122%; il 40% degli investimenti sarà destinato all’aumento della resilienza degli asset e all’innovazione per consentire di ridurre le perdite della rete idrica e per garantire la continuità nei servizi offerti”.
Tutto questo “ci consentirà di portare l’EBITDA a Valore Condiviso a 1.049 milioni nel 2027, pari al 64% del EBITDA di Gruppo 2027 e di arrivare al 70% nel 2030”.
I principali target economico-finanziari
“L’EBITDA di Gruppo del 2027 è atteso a 1.650 milioni, grazie al contributo delle attività regolate (Reti e Raccolta rifiuti) per circa il 40% e alle attività liberalizzate (Reti, Ambiente e Energia) per il restante 60%”, afferma Fabbri.
Con una variazione complessiva di 355 milioni, “prevediamo una crescita dell’EBITDA da 1.295 milioni del 2022 fino a 1.650 milioni nel 2027”.
La crescita dell’EBITDA è “molto visibile e ha una forte componente ‘strutturale’ composta da 375 milioni di crescita organica e 100 milioni di crescita per M&A, al netto di 120 milioni di EBITDA maturato nel 2022, che consideriamo opportunità ‘non strutturali’, essendo legate all’Ecobonus 110% terminato nel 2023 e ai mercati di ultima istanza che probabilmente avranno un contributo minore al 2027”.
Tutti i business in portafoglio contribuiranno alla crescita del risultato di Gruppo in modo omogeneo riflettendo i benefici di un Piano di Investimenti da 4,4 miliardi, di cui 2,1 miliardi in progetti di sviluppo: nelle attività liberalizzate Hera prevede un rafforzamento delle proprie quote di mercato, mentre in quelle delle Reti incrementerà la RAB gestita, anche in vista del nuovo quadro regolatorio che aumenta la redditività percentuale riconosciuta di altri 100 punti base.
“Vogliamo mantenere il nostro profilo di cash generator, che ci consente di cogliere ulteriori opportunità di investimento oltre a quelle pianificate.” spiega il Presidente, che aggiunge “La forte generazione di cassa, con circa 5,2 miliardi di cash flow operativo cumulato nel quinquennio del Piano, ci permetterà di coprire tutti gli investimenti in capex, la distribuzione dei dividendi e quasi tutte le operazioni di M&A. Con un target di leva finanziaria inferiore alle 2,7x nel 2027, potremo disporre della flessibilità finanziaria per accogliere ulteriori occasioni di investimento che dovessero presentarsi nel tempo, in aggiunta rispetto a quelle già previste dal Piano”.
Grazie al contributo di un’attenta gestione finanziaria e fiscale e alle buone performance operative, i “nostri azionisti potranno beneficiare di un profilo di distribuzione di dividendi sempre più attraente. Con un obiettivo di EBIT di 855 milioni nel 2027, contiamo di raggiungere un EPS di 31 centesimi, che rappresenta una crescita media annua di oltre 7% in arco Piano”.
La crescita in termini di Utile consentirà infatti di rafforzare la remunerazione degli azionisti attraverso un dividendo in crescita del 28% a 16 centesimi nel 2027: il dividendo di competenza 2023 è previsto a 14 centesimi (in pagamento a giugno 2024) con un aumento ogni anno, fino a raggiungere i 16 centesimi nel 2027, che segna una crescita media annua in arco Piano del 5,1%.
“Ci poniamo obiettivi ancora più ambiziosi rispetto al passato, con un maggiore ritmo di crescita in tutti gli indicatori di performance di Conto Economico, che si traduce in prospettive molto interessanti per gli azionisti, con un Total Shareholder Return annuo del 12% nel periodo e con il ROI 2027 atteso in crescita al 9,5%, pur mantenendo un basso profilo di rischio”, conclude il Presidente Fabbri.