Attesa partenza incerta per le principali borse europee mentre restano monitorate le indicazioni dall’agenda macroeconomica e dalle banche centrali.
Chiusura ieri in leggero rialzo a Wall Street con il Nasdaq a +0,2%, lo S&P500 e il Dow Jones a +0,1%.
Sui mercati asiatici, orfani, tra gli altri, di Cina, Taiwan e Corea del Sud per la festività del Capodanno Lunare, Tokyo ha terminato a +0,2% e Hong Kong a -0,8%.
Focus sulle revisioni annuali dei dati mensili sull’inflazione statunitense, dopo che gli aggiustamenti dello scorso anno avevano messo in dubbio i progressi della Federal Reserve nel contenere i prezzi al consumo.
Gli investitori stanno intanto ancora metabolizzando le ultime dichiarazioni dei policy maker delle banche centrali. Tra questi, il capoeconomista della Bce Philip Lane ha affermato che in questa fase, la politica monetaria “deve bilanciare attentamente il rischio di una stretta eccessiva mantenendo i tassi troppo alti per troppo tempo con il rischio di allontanarsi prematuramente dalla posizione di stabilità che abbiamo mantenuto dal settembre”.
Secondo Thomas Barkin, presidente della Fed di Richmond, la banca centrale statunitense “può prendersi del tempo” prima di tagliare i tassi, coerentemente con quanto detto dai suoi colleghi nei giorni scorsi, aggiungendo che “i prossimi dati sull’inflazione saranno probabilmente favorevoli”, sebbene i rischi siano “ancora dietro l’angolo”. La strada verso l’obiettivo del 2%, ha concluso, “sarà accidentata”.
Sullo sfondo, pesa, tra l’altro, quanto affermato dalla Bce nel suo ultimo bollettino economico, lanciando l’allarme sulla vulnerabilità delle aziende, in particolare in Italia e in Germania, in scia alle preoccupazioni per gli effetti indesiderati del rapido rialzo dei tassi, per fermare l’inflazione in Europa.
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