Seduta asiatica mista e ancora caratterizzata da volumi più sottili del solito con la maggior parte dei listini chiusi per festività, mentre venerdì Wall Street ha terminato perlopiù positiva.
Fermi infatti Giappone, Cina, Hong Kong, Singapore, Taiwan, Corea del Sud, Malesia e Vietnam.
Tra le poche borse aperte, l’India cede lo 0,5%, tengono invece Indonesia (+0,9%) e Thailandia (+0,1%).
Oltreoceano, il Nasdaq ha terminato a +1,2%, S&P500 a +0,6% raggiungendo un nuovo massimo storico, mentre il Dow Jones ha chiuso a -0,1%.
Cresce l’attesa per il dato sull’inflazione statunitense in uscita domani pomeriggio che dovrebbe fornire nuove indicazioni sul futuro percorso di politica monetaria della Federal Reserve.
Secondo il consensus, i prezzi al consumo Usa di gennaio sono attesi in rallentamento al +2,9% dal +3,4% del mese precedente e si tratterebbe della prima lettura inferiore al 3% da marzo 2021.
Gli operatori prevedono una probabilità di un allentamento monetario, da parte della banca centrale statunitense, del 15% a marzo, in netto calo rispetto al 65% stimato un mese fa. Prevale ora l’aspettativa di quattro tagli ai tassi da 25 punti base nel 2024 a fronte dei sette che erano previsti alla fine dello scorso anno.
Sul forex, l’euro/dollaro risale a 1,079 mentre il cambio tra biglietto verde e lo yen ridiscende a 149,1. Tra le materie prime, petrolio in calo con il Brent (-0,4%) a 81,9 dollari al barile e il Wti (-0,4%) a 76,5 dollari, dopo che il ministro degli Esteri iraniano ha affermato che la guerra a Gaza potrebbe essere più vicina a una “soluzione diplomatica”.