Prima seduta di correzione ieri a Wall Street che mal digerisce l’uscita del dei prezzi al consumo del mese di gennaio superiore alle attese. Il tasso di inflazione mensile esce infatti in calo, ma superiore alle aspettative e ancora al di sopra del tre per cento, mentre il dato annuale resta invariato rispetto a previsioni di calo.
Il mercato azionario reagisce in modo scomposto e già nella prima ora perde oltre un punto percentuale, peggiora nel pomeriggio e nelle ore finali si difende riuscendo a recuperare qualche frazione di punto percentuale.
Il bilancio finale evidenzia una perdita dell’1,4% per il Dow Jones e lo S&P500, dell’1,8% per il Nasdaq e del quattro per cento per il Russell 2000.
Balzo del VIX (+15%) in rialzo di due punti a quota 15,95 punti, dopo aver registrato un massimo intraday fino a 17,90.
Sul mercato obbligazionario si impennano i rendimenti per la paura che la discesa dei tassi di interesse venga ulteriormente rimandata dalla Federal Reserve. Il Tbond è salito ieri di tredici punti base al 4,31%.
Tra le materie prime si salva solo il petrolio che conferma il trend positivo innescato la scorsa settimana. L’oro nero termina in progresso di oltre un punto percentuale avvicinandosi ai 78 dollari al barile.
Metalli preziosi invece di nuovo asfaltati dal dato più inflattivo del previsto. L’oro ha ceduto un punto e mezzo punto percentuale, l’argento ed il platino quasi tre ed il palladio quattro. Nuovi minimi assoluti per la gran parte dei titoli minerari.
Sul mercato valutario dollaro nuovamente in ascesa con chiusura a 1,071 nei confronti della moneta unica e 150,5 rispetto allo yen.