Le borse europee proseguono caute a metà seduta mentre i futures di Wall Street viaggiano negativi.
A Milano, il Ftse Mib guadagna lo 0,1% a 31.695 punti, poco distante dal Cac 40 di Parigi (+0,4%), l’Ibex35 di Madrid (+0,3%) e il Ftse 100 di Londra (+0,1%). Più arretrato il Dax di Francoforte (-0,2%).
Gli investitori restano focalizzati sugli appuntamenti chiave dei prossimi giorni tra i quali la fiducia consumatori, inflazione e PMI dell’Eurozona, la pubblicazione dei verbali relativi alle ultime riunioni di Fed e Bce, oltre che i discorsi di alcuni policy marker.
L’Eurotower ha intanto comunicato che l’indicatore sulla negoziazione dei salari nell’Eurozona è salito del 4,5% alla fine del 2023, in rallentamento dal record del 4,7% registrato nel precedente trimestre. Un dato che contribuisce ad allontanare i timori che l’incremento dei salari possa sostenere l’inflazione oltre il target del 2%.
Persistono nel contempo le preoccupazioni sulla Cina nonostante gli interventi delle autorità per il rilancio dell’economia del Paese, con gli istituti di credito che hanno tagliato il tasso di riferimento sui prestiti quinquennali di 25 punti base, portandolo al 3,95%. Si tratta della prima riduzione da giugno e della maggiore da quando è stato introdotto questo sistema nel 2019.
Inoltre, le banche hanno mantenuto il tasso sui prestiti a un anno al 3,45%.
Sullo sfondo, continuano a pesare anche i timori legati ai conflitti in Medio Oriente e Ucraina.
Agenda macroeconomica scarna con lo sguardo nel pomeriggio sul Leading Index Usa di gennaio.
Sul forex, l’euro/dollaro risale a 1,08 mentre il cambio tra biglietto verde e lo yen oscilla a 150,1. Tra le materie prime, il petrolio torna a scendere con il Brent (-0,5%) a 83,1 dollari al barile e il Wti (-0,7%) a 77,9 dollari in un contesto di continue tensioni nel Mar Rosso.
Sull’obbligazionario, lo spread Btp-Bund flette a 148 punti (-1bp), con il rendimento del decennale italiano al 3,85%.
Tornando a Piazza Affari, prosegue in vetta Unipol (+2,1%), seguita da Diasorin (+1,5%) e A2A (+1%) mentre si mantiene in coda Iveco (-3%) con le vendite anche su Telecom Italia (-2%) e Tenaris (-1%).