Le borse europee prevalentemente in denaro a metà seduta mentre i futures di Wall Street viaggiano negativi.
A Milano, il Ftse Mib guadagna lo 0,8% a 31.960 punti, bene come l’Ibex35 di Madrid (+0,5%), il Dax di Francoforte (+0,4%) e il Cac 40 di Parigi (+0,3%), mentre arretra il Ftse 100 di Londra (-0,8%).
Tra gli appuntamenti chiave di questa settimana, da monitorare, oggi, la fiducia consumatori dell’Eurozona, la diffusione dei verbali della Federal Reserve, l’intervento del presidente della Fed di Atlanta Raphael Bostic e i conti di Nvidia. Domani, occhi su inflazione, PMI continentali, minute della Bce e i discorsi della policy maker della Fed Lisa Cook e del numero uno dell’istituto di Minneapolis Neel Kashkari. Venerdì focus su IFO e PIL tedeschi.
In Cina, il sentiment beneficia della decisione delle banche di aumentare i finanziamenti al settore immobiliare. Inoltre si allentano le preoccupazioni sulle vendite allo scoperto grazie a un nuovo giro di vite alle negoziazioni dei fondi quantistici.
Dall’agenda macroeconomica, a gennaio, secondo il dato finale della Japan Machine Tool Builders Association (Jmtba), gli ordinativi di macchine utensili in Giappone hanno registrato un calo del 14,0% su base annua, appena sopra la rilevazione preliminare (-14,1%). Il dato finale di dicembre indicava un -9,6% anno su anno.
Sempre a gennaio la bilancia commerciale giapponese ha registrato un deficit di 1758,3 miliardi di yen, in peggioramento rispetto al surplus di 68,9 miliardi di dicembre (rivisto da 62,1 mld). Le previsioni davano un deficit di 1855,4 miliardi.
Sul forex, l’euro/dollaro scende a 1,080 e il cambio tra biglietto verde e lo yen oscilla a 150. Tra le materie prime, petrolio in calo con il Brent (-0,5%) a 81,9 dollari al barile e il Wti (-0,5%) a 76,6 dollari.
Sull’obbligazionario, lo spread Btp-Bund fette di circa un punto base a 147 punti, con il rendimento del decennale italiano al 3,85%.
Tornando a Piazza Affari, guida Iveco (+5,3%), seguita da MPS (+4%), Mediobanca (+3,3%) dopo che l’azionista Delfin ha venduto lo 0,12% capitale per restare sotto quota 20%, quota che avrebbe superato con il buyback, e Bper (+2,7%) mentre arretra in particolare Leonardo (-1,3%).