Mercati asiatici – Tonici con il Nikkei (+2,2%) ai massimi dal 1989

Seduta tonica per le borse asiatiche dopo la chiusura poco mossa di ieri a Wall Street.

Shanghai e Shenzhen guadagnano rispettivamente l’1,2 e l’1,3%, bene come Hong Kong (+0,9%). Meglio il Giappone con il Nikkei a +2,2%, ai massimi intra-day dal 1989, e il Topix a +1,3%.

Oltreoceano, il Nasdaq ha ceduto lo 0,3%, lo S&P500 e il Dow Jones hanno terminato a +0,1%.

Il tutto all’indomani della diffusione dei verbali relativi all’ultima riunione della Fed dai quali emerge che la maggior parte dei componenti del comitato di politica monetaria della banca centrale accoglie positivamente i “progressi significativi” nella riduzione dell’inflazione, sebbene ritenga ancora che un taglio dei tassi troppo rapido comporterebbe dei rischi.

Pertanto i funzionari concordano sul fatto che sono necessarie maggiori conferme sul calo dell’inflazione prima di prendere in considerazione un allentamento monetario.

Più hawkish la posizione della policy maker Michelle Bowman secondo la quale il momento per un taglio dei tassi “non è certamente ora” mentre il presidente della Fed di Richmond, Thomas Barkin, ha sottolineato le persistenti pressioni sui prezzi in settori come quello immobiliare, anche se l’inflazione complessiva è in calo.

Occhi intanto anche sulle trimestrali con i conti di Nvidia che ha archiviato il quarto trimestre con ricavi balzati oltre le attese del 265% su base annua a 22,1 miliardi di dollari.

In giornata l’attenzione si sposterà su una serie di dati PMI in Europa e Usa, le minute della Bce, i discorsi della policy maker della Fed Lisa Cook e del numero uno dell’istituto di Minneapolis Neel Kashkari. Domani, focus su IFO e PIL tedeschi.

In Giappone, il PMI manifatturiero preliminare di febbraio si è attestato a 47,2 punti dai 48 punti della lettura precedente.

Sul forex, l’euro/dollaro risale a 1,084 mentre il cambio tra biglietto verde e lo yen ridiscende a 150,2. Tra le materie prime, petrolio in frazionale rialzo con il Brent (+0,3%) a 83,3 dollari al barile e il Wti (+0,4%) a 78,2 dollari.