Seduta mista per le principali borse asiatiche dopo la chiusura incerta di venerdì a Wall Street.
Shanghai e Shenzhen segnano rispettivamente -0,9% e +0,5% mentre Hong Kong cede lo 0,6%. Tiene il Giappone con Nikkei a +0,3%, ai massimi storici, e Topix a +0,5%.
Oltreoceano, il Nasdaq ha terminato a -0,3%, lo S&P500 in parità e il Dow Jones a +0,2%.
Sul sentiment cinese pesa la decisione di Moody’s di abbassare il ‘credit rating’ su 11 società del Paese asiatico mentre gli operatori sono in attesa di capire se il governo lancerà ulteriori stimoli dopo che il presidente Xi Jinping ha chiesto un aumento delle vendite di prodotti di consumo tradizionali, tra cui automobili ed elettrodomestici.
In Giappone, la fiducia degli investitori beneficia delle dichiarazioni di Warrant Buffett secondo cui le società di trading nipponiche seguono politiche favorevoli agli azionisti che sono “molto superiori” a quelle delle aziende statunitensi.
Parallelamente restano monitorate le indicazioni provenienti dalla Federal Reserve mentre il presidente dell’istituto di New York, John Williams, ha dichiarato che l’economia sta andando nella giusta direzione e che probabilmente sarà opportuno tagliare i tassi entro la fine dell’anno.
Questa settimana altri relatori della Fed probabilmente ribadiranno il messaggio secondo cui la banca centrale americana non è sotto pressione perché inizi a ridurre il costo del denaro in tempi brevi.
Infine, ulteriori spunti operativi dovrebbero arrivare nei prossimi giorni con la pubblicazione del deflatore PCE, una misura dell’inflazione attentamente monitorata dalla banca centrale americana.
Sul forex, l’euro/dollaro risale a 1,083 mentre il cambio tra biglietto verde e lo yen ridiscende a 150,4. Tra le materie prime, petrolio in frazionale calo con il Brent (-0,2%) a 80,6 dollari al barile e il Wti (-0,3%) a 76,3 dollari.