Gli eurolistini chiudono misti mentre Wall Street procede poco distante dalla parità dopo le prime ore di contrattazioni.
A Milano, il Ftse Mib archivia gli scambi con un -0,4% a 32.558 punti, negativo come il Cac 40 di Parigi (-0,5%), il Ftse 100 di Londra (-0,3%). Chiudono in leggero rialzo il Dax di Francoforte e l’Ibex 35 di Madrid (+0,1%).
Oltreoceano, il Nasdaq guadagna lo 0,2%, mentre lo S&P 500 e il Dow Jones procedono invariati.
I mercati mantengono lo sguardo sui driver di questa settimana tra i quali il Pil Usa del quarto trimestre in uscita mercoledì, il deflatore PCE, una delle misure inflattive maggiormente monitorate dalla Fed, e i prezzi al consumo dell’Eurozona in agenda venerdì.
Il deflatore PCE di gennaio è atteso rallentare su base annua dal +2,6% al +2,4%, mentre su base mensile dovrebbe accelerare dal +0,2% al +0,3%. L’indice Core dovrebbe passare dal +2,9% al +2,8% a/a, e dal +0,2% al +0,4% m/m.
Restano monitorate anche le dichiarazioni provenienti dalle banche centrali: il presidente della Fed di New York, John Williams, ha dichiarato che “l’economia americana sta andando nella giusta direzione e che probabilmente sarà opportuno tagliare i tassi entro la fine dell’anno.”
Dall’agenda macro odierna, a febbraio l’indice manifatturiero elaborato dalla Federal Reserve di Dallas si è attestato a -11,3 punti, dopo i -27,4 punti di gennaio e meglio delle attese degli analisti che stimavano un valore di -15 punti.
Sul forex, l’euro/dollaro sale a 1,085, il cambio tra biglietto verde e yen a 150,8. Tra le materie prime, in rialzo le quotazioni del greggio con il Brent (+0,7%) a 81,3 dollari e il Wti (+0,9%) a 77,2 dollari.
Sull’obbligazionario, lo spread Btp-Bund scende a 146 punti, con il rendimento del decennale italiano al 3,87%.
Tornando a Piazza Affari, guida Leonardo (+5,2%), seguita da Iveco (+4,5%), Diasorin (+3,2%), Bper Banca (+3,1%). Chiudono in coda invece Recordati (-2,3%), Campari (-2,2%), Moncler (-2,2%), Prysmian (-2,1%).