Seduta positiva per le principali borse asiatiche, orfane della Corea del Sud per festività, dopo la chiusura in rialzo di ieri a Wall Street.
Shanghai e Shenzhen guadagnano rispettivamente lo 0,3 e lo 0,9%, bene come Hong Kong (+0,4%). Ancora meglio il Giappone con il Nikkei (+1,9%) che sfiora i 40.000 punti, ai massimi storici, e il Topix a +1,3%.
Oltreoceano, il Nasdaq ha terminato a +0,9%, lo S&P500 a +0,5% e il Dow Jones a +0,1%.
Resta l’attenzione sull’agenda macroeconomica e sulle indicazioni di politica monetaria.
Il governatore della Banca del Giappone Kazuo Ueda ha affermato che il suo obiettivo di inflazione non è ancora all’orizzonte, parole che smorzano l’aspettativa, già per marzo, su quello che sarebbe il primo rialzo dei tassi dal 2007 da parte dell’istituto nipponico.
Parallelamente, negli Usa, il deflatore PCE, una delle misure inflattive maggiormente monitorate dalla Fed diffusa ieri e risultata complessivamente in linea alle attese, ha contribuito a dissipare le preoccupazioni su una riaccelerazione più significativa dei prezzi.
La presidente della Federal Reserve di San Francisco, Mary Daly, ha affermato che i funzionari della banca centrale sono pronti ad abbassare i tassi di interesse se necessario, sottolineando tuttavia che non vi è alcuna necessità urgente di ridurre il costo del denaro data la forza dell’economia. L’omologo di Atlanta Raphael Bostic ha aggiunto che la banca centrale potrebbe iniziare a tagliare quest’estate.
Loretta Mester della Fed di Cleveland ha dichiarato che i dati sull’inflazione pubblicati ieri evidenziano come i policy maker abbiano ancora molto lavoro da fare per raffreddare le pressioni sui prezzi, ammettendo comunque che ciò non ha cambiato la propria aspettativa secondo cui quest’anno la Fed taglierà i tassi di interesse per tre volte.
Sul forex, l’euro/dollaro risale a 1,081 e il cambio tra biglietto verde e lo yen a 150,4. Tra le materie prime, petrolio in frazionale rialzo con il Brent (+0,3%) a 82,2 dollari al barile e il Wti (+0,2%) a 78,4 dollari.