Bayer – Ebitda in calo del 13,4% nel 2023 e delude l’outlook 2024, titolo -3,2% ai minimi dal 2005

Il titolo Bayer cede il 3,2% a 27,2 euro alla Borsa di Francoforte, ai minimi da luglio 2005, frenato dalle deludenti prospettive della società sul 2024.

Il gruppo tedesco ha archiviato il 2023 con vendite pari a 47,637 miliardi, in calo dell’1,2% (FX & portfolio adj.).

L’EBITDA prima degli special items è sceso del 13,4% a 11,706 miliardi. Questo valore ha scontato un impatto valutario negativo di 375 milioni (nel 2022 effetto valutario positivo di 429 milioni).

L’EBITDA margin prima degli special items si è attestato al 24,6%, in calo di 2 punti percentuali rispetto all’anno precedente.

L’EBIT ammonta a 612 milioni (7,012 miliardi nel 2022 ) dopo oneri straordinari netti di 6,977 miliardi (2,245 miliardi nel 2022). Gli oneri straordinari derivano principalmente da svalutazioni, attribuibili principalmente alla Divisione Crop Science.

La perdita netta è stata pari a 2,941 miliardi (nel 2022 utile di 4,15 miliardi). L’utile base per azione è diminuito del 19,5% a 6,39 euro.

Bayer prevede di realizzare, tra l’altro, un fatturato tra 47 e 49 miliardi nel 2024, un EBITDA prima degli special items tra 10,7 e 11,3 miliardi e un utile core per azione tra 5,10 e 5,50 euro.

Infine, la società ha comunicato, attraverso le parole del CEO Bill Anderson, di voler accantonare per il momento il progetto di dividere il gruppo in unità separate.

Per i prossimi 24-36 mesi, la società “dedicherà le sue energie e la sua attenzione alla costruzione di una solida pipeline nel settore farmaceutico, alla risoluzione dei contenziosi, alla riduzione del debito e alla continuazione dell’implementazione del suo nuovo e radicale modello operativo Dynamic Shared Ownership (DSO) per migliorare le prestazioni”, ha affermato Anderson.

“Il DSO ridurrà i livelli gerarchici, ridurrà la burocrazia, snellirà le strutture e accelererà significativamente il processo decisionale. L’azienda sarà completamente incentrata sui clienti e sui prodotti, con ciascuna delle sue attività più snella ed efficace rispetto alla concorrenza”, ha spiegato Anderson. “Queste misure comporteranno una riduzione dei costi organizzativi annuali di 2 miliardi a partire dal 2026, e la riduzione dei costi rappresenta solo uno dei risultati”.