Terza seduta consecutiva di discesa per il listino tecnologico il quale spurga gli eccessi delle settimane precedenti. Salvato ancora una volta dai semiconduttori che chiudono sostanzialmente invariati (Nvidia +0,8%), evitando un ribasso più cospicuo, l’indice tecnologico è invece penalizzato dai sui celebri storici pilasti.
Nello specifico Tesla cede il quattro per cento, Microsoft il tre, Apple il 2,8%, Meta l’1,6%. Microstrategy crolla del 21%, quanto aveva guadagnato nella seduta precedente, all’interruzione della corsa di Bitcoin, il quale precedentemente mette a segno il nuovo massimo assoluto a 68.000 dollari.
In calo anche S&P500, Dow Jones e Russell 2000, tutti allineati con una flessione di un punto percentuale. Indice VIX in forte rialzo (+7%) di quasi un punto a quota 14,45 punti. Sul mercato obbligazionario i rendimenti tornano a prendere la via del ribasso e con decisione, arretrando di dieci punti base sulla scadenza decennale governativa (Il Tbond) fino al 4,13%.
Tra le materie prime, il petrolio perde ancor smalto e cede quasi un punto percentuale chiudendo la giornata poco al di sopra dei 78 dollari al barile.
Seduta di consolidamento anche per i due principali metalli preziosi, con l’oro che tenta invano di rompere anche la barriera dei 2.150 dollari l’oncia, record assoluto intraday di inizio dicembre e si ferma a $2,135. Più volatile l’andamento dell’argento, il quale prima sale del due per cento sfiorando quota $24,5 e poi chiude in calo di mezzo punto al di sotto dei $24. In ribasso il palladio (-2%).
Sul mercato valutario il dollaro termina invariato a 1,086 nei confronti della moneta unica mentre si rafforza fino a 31,70 nei confronti della lira turca, ennesimo nuovo massimo rispetto alla valuta di Ankara, e si indebolisce verso il rublo russo a quota 91.