I listini americani invertono la tendenza negativa e riescono a mettere a segno una seduta positiva interrompendo una discesa di tre giornate consecutive.
Gl indici tuttavia chiudono ben lontani dai massimi intraday, lasciando sul terreno metà del guadagno nelle ultime due ore di contrattazione.
Ancora una volta l’esito è condizionato favorevolmente dall’andamento dei titoli del settore dei semi conduttori in grado di puntellare la fase di stanchezza del mercato domestico.
Nel dettaglio, Nvidia guadagna oltre il tre per cento e sfiora il valore di 900 dollari. Record storico anche per AMD (+2,7%), Super Micro Computer (+3,1%) e Broadcom (+0,5%). Il comparto compensa la ormai cronica debolezza di Tesla (-2,3%).
Il bilancio finale della seduta di ieri termina con il Russell 2000 in progresso dello 0,7%, il Nasdaq dello 0,6% e al di sopra dei 16.000 punti, lo S&P500 in crescita di mezzo punto percentuale ed il Dow Jones solo di due decimi.
Indice VIX invariato a quota 14,5 punti, dopo un picco intraday a 14,95.
Sul mercato obbligazionario i rendimenti proseguono la fase di discesa cedendo quattro punti base sulla scadenza decennale governativa (Tbond) fino al 4,09%.
Tra le materie prime, il petrolio reagisce e supera di slancio la barriera psicologica degli 80 dollari al barile, ma poi si ferma poco al di sopra dei $79 con un progresso superiore al punto percentuale.
Tra i metalli preziosi nuovo record dell’oro. Il metallo giallo (+0,5%) supera anche quota 2.150 dollari l’oncia in chiusura, al di sopra del massimo intraday di $2.149 del primo dicembre scorso. Argento in progresso di un punto e mezzo percentuale oltre i $24 l’oncia. Sprint del palladio (+11%).
Sul mercato valutario il dollaro scivola a 1,09 nei confronti della moneta unica e 149 rispetto allo yen giapponese.