Partenza debole per le principali borse europee con l’attenzione che resta sulle indicazioni provenienti dalle banche centrali e dall’agenda macroeconomica.
A Milano, il Ftse Mib cede lo 0,6% a 33.200 punti, giù come il Dax di Francoforte (-0,6%) e il Cac 40 di Parigi (-0,3%), poco mosso il Ftse 100 di Londra (-0,01%), mentre resiste l’Ibex35 di Madrid (+0,1%).
Dopo il Job Report Usa uscito venerdì scorso – che ha evidenziato a febbraio un incremento di 275mila posti di lavoro negli Stati Uniti (Nonfarm payrolls), oltre i 200mila delle attese e i 229mila del mese di gennaio (dato rivisto da 353mila) – ora lo sguardo degli investitori è rivolto all’indice dei prezzi al consumo che verrà diffuso domani. L’indicatore core è previsto in aumento dello 0,3% a febbraio rispetto al mese precedente e del 3,7% su base annua, dinamica che rappresenterebbe il minor aumento annuale da aprile 2021.
I mercati scontano intanto tre tagli ai tassi nel 2024 da parte della Fed rispetto ai sei stimati ai inizio anno.
Parallelamente, in Giappone la crescita economica è aumentata nel quarto trimestre, supportando le aspettative secondo cui la Banca del Giappone alzerà i tassi di interesse per la prima volta dal 2007 già questo mese.
Sul fronte cinese, invece, le autorità di regolamentazione del paese hanno incontrato le istituzioni finanziarie per chiedere alle grandi banche di aumentare il sostegno finanziario agli sviluppatori immobiliari.
Sul forex, l’euro/dollaro sale a 1,095 e il cambio tra biglietto verde e lo yen scende a 146,8. Tra le materie prime, petrolio in frazionale rialzo con il Brent (+0,3%) a 82,3 dollari al barile e il Wti (+0,1%) a 78,1 dollari, in attesa dei rapporti dell’OPEC e dell’IEA di questa settimana che potrebbero fornire indizi sulle prospettive della domanda.
Sull’obbligazionario, lo spread Btp-Bund riparte da 131 punti, con il rendimento del decennale italiano al 3,57%.
Tornando a Piazza Affari, bene in avvio TIM (+1,6%), dopo conferma guidance 2024-2026, seguita da Enel (+0,9%), che ha stretto un accordo da 1,2 miliardi con A2A (-2,1%) per il riassetto di reti elettriche in Lombardia, Iveco ed ERG (+0,5%). Si posizionano in coda MPS (-3,5%), Amplifon (-2,3%) e STM (-2,2%).