Gli eurolistini chiudono perlopiù deboli, simili all’andamento di Wall Street dopo le prime ore di contrattazioni.
A Milano, il Ftse Mib archivia gli scambi con un -0,3% a 33.315 punti, sotto la parità come il Dax di Francoforte (-0,4%), il Cac 40 di Parigi (-0,1%). Chiudono leggermente in rialzo l’Ibex 35 di Madrid (+0,2%) e il FTSE 100 di Londra (+0,1%).
Oltreoceano, il Nasdaq e lo S&P 500 cedono lo 0,2%, il Dow Jones lo 0,1%.
L’attenzione è già rivolta ai dati sui prezzi al consumo Usa di febbraio, in agenda domani: l’indice CPI Usa dovrebbe evidenziare una crescita del 3,1% su base annua, stabile rispetto al mese precedente, mentre su base mensile dovrebbe accelerare dal +0,3% al +0,4%. L’inflazione Core dovrebbe rallentare dal +3,9% al +3,7% a/a, e dal +0,4% al +0,3% m/m.
I dati sull’inflazione americana forniranno ulteriori segnali necessari per definire le tempistiche di un primo allentamento monetario da parte della Fed dopo le dichiarazioni accomodanti pronunciate dai policy maker la scorsa settimana.
Gli operatori vedono al momento un taglio dei tassi al meeting FOMC di giugno con una probabilità del 60-65%.
Nel Vecchio Continente, focus domani sull’incontro a Bruxelles dei ministri della finanza dell’Unione Europea.
Sul forex, l’euro/dollaro scende a 1,093, il cambio dollaro/yen a 146,8. Tra le materie prime, il petrolio sale con il Brent (+0,5%) a 82,4 dollari e il Wti (+0,2%) a 78,1.
Sull’obbligazionario, lo spread Btp-Bund sale a 134 punti, con il rendimento del decennale italiano al 3,62%.
Tornando a Piazza Affari, guidano Bper Banca (+2,1%), Moncler (+1,8%), Iveco Group (+1,1%), Unicredit (+0,8%). Si posizionano in coda invece Telecom Italia (-4,6%), Leonardo (-4,1%), A2a (-3,6%), Nexi (-3,6%).