Le borse europee proseguono sottotono a metà seduta in linea ai futures di Wall Street.
A Milano, il Ftse Mib cede lo 0,5% a 33.246 punti, debole come il Dax di Francoforte (-0,5%), il Ftse 100 di Londra (-0,5%), il Cac 40 di Parigi (-0,3%) e l’Ibex35 di Madrid (-0,1%).
Lo sguardo resta focalizzato sull’indice statunitense dei prezzi al consumo che verrà diffuso domani. L’indicatore core è previsto in aumento dello 0,3% a febbraio rispetto al mese precedente e del 3,7% su base annua, dinamica che rappresenterebbe il minor aumento annuale da aprile 2021.
Dati che forniranno ulteriori segnali necessari per definire le tempistiche di un primo allentamento monetario da parte della Federal Reserve dopo le dichiarazioni accomodanti pronunciate dai policy maker la scorsa settimana.
Sempre in tema di politica monetaria, si consolidano le aspettative secondo cui la Banca del Giappone alzerà i tassi di interesse, per la prima volta dal 2007, già questo mese.
Dall’agenda macroeconomica, il Pil nipponico finale del quarto trimestre 2023 è salito dello 0,1% su base trimestrale, al di sotto del consensus (+0,3%) ma sopra la rilevazione preliminare (-0,1%). Il dato annualizzato ha evidenziato una crescita dello 0,4%, anche in questo caso in miglioramento rispetto alla rilevazione preliminare (-0,4%), ma al di sotto di quanto atteso dagli analisti (+1,1%).
A febbraio, secondo il dato preliminare, gli ordinativi di macchine utensili in Giappone hanno registrato un calo dell’8%, dopo il -14% del mese precedente.
Sul forex, l’euro/dollaro oscilla a 1,094 e il cambio tra biglietto verde e lo yen scende a 146,7. Tra le materie prime, petrolio ancora poco mosso con il Brent (+0,2%) a 82,2 dollari al barile e il Wti (+0,2%) a 78,1 dollari, in attesa dei rapporti dell’OPEC e dell’IEA di questa settimana che potrebbero fornire indizi sulle prospettive della domanda.
Sull’obbligazionario, lo spread Btp-Bund aumenta leggermente a 132 punti (+1bp), con il rendimento del decennale italiano al 3,59%.
Tornando a Piazza Affari, sale in vetta Iveco (+2%), seguita da Inwit (+1,3%) e Stellantis (+0,9%) mentre tornano le forti vendite su TIM che, dopo un recupero in avvio, crolla in coda (-6,2%) in scia alla conferma della guidance 2024-26 e all’integrazione della comunicazione del piano industriale. In calo anche A2A (-3,1%), dopo l’accordo con Enel (+0,4%) da 1,2 miliardi per il riassetto di reti elettriche in Lombardia, e Amplifon (-2,9%).