Wall Street parte nuovamente di slancio nell’ultima seduta, ancora trascinata dal comparto dei semiconduttori i quali mettono a segno nuovi massimi intraday. Tuttavia, da metà seduta in avanti, gli stessi titoli invertono la rotta con Nvidia che passa da un guadagno di oltre il tre per cento e molto prossima ai 1.000 dollari ad un calo di oltre il cinque chiudendo a quota $890. Stesso percorso anche per Super Micro Computer, AMD e Broadcom che terminano tutte in rosso.
Ovviamente è il Nasdaq (-1,2%) a patire più energicamente questa flessione, seguito dallo S&P500 (-0,7%). Più contenuti invece i cali del Russell 2000 (-0,1%) e del Dow Jones (-0,2%).
Sulla correzione dei listini ha contribuito anche il dato del mercato del lavoro del mese di febbraio il quale, per quanto non negativo, lascia intravedere ormai un progressivo indebolimento della quantità e qualità (lavori part-time) delle nuove assunzioni.
Indice VIX in rialzo (+2%) a quota 14,75 punti.
Sul mercato obbligazionario i rendimenti consolidano la fase di discesa scivolando ancora di un punto base sulla scadenza decennale governativa (Tbond) al 4,08%.
Tra le materie prime, il petrolio cede oltre l’uno per cento fino 78 dollari al barile.
Tra i metalli preziosi nuovo record dell’oro che sfonda intraday anche la barriera dei 2.200 dollari l’oncia e chiude con un progresso di mezzo punto percentuale a quota $2.185. In calo invece l’argento (-0,5%) il quale annulla un guadagno precedente di oltre il due per cento e termina a $24,5 dollari l’oncia.
Sul mercato valutario il dollaro termina invariato a 1,095 nei confronti della moneta unica dopo un tentativo iniziale di raggiungere quota 1,10, mentre scivola fino a 147 rispetto allo yen giapponese.
La lira turca tocca un nuovo minimo storico a quota 32 nei confronti del biglietto verde.