Il Piano Strategico 2024-2035 del Gruppo A2A prevede un EBITDA ordinario in crescita da 1,9 miliardi nel 2023 a 2,2 miliardi nel 2026, a 2,6 miliardi nel 2030 e superiore a 3,2 miliardi nel 2035. Il tasso di crescita CAGR 2023-2026, al netto dell’effetto scenario sul 2023, risulta pari al 9%, mentre il corrispondente valore sul periodo 2023-2035 è pari al 6%.
Oltre il 40% dell’Ebitda, sia al 2026 sia al 2030, è regolato o contrattualizzato e caratterizzato da bassa volatilità.
L’Ebitda della Business Unit Energia è atteso passare da 1,1 miliardi nel 2023 e nel 2026, a 1,3 miliardi nel 2030 e oltre 1,5 miliardi nel 2035, principalmente grazie al contributo della nuova capacità rinnovabile (+3,1 GW rispetto al 2023 prevalentemente attribuibili alla crescita di capacità installata solare), agli sviluppi negli impianti finalizzati a incrementare la flessibilità del sistema elettrico (oltre 60 MW di capacità installata BESS realizzate tra il 2024 ed il 2030 e avvio del nuovo CCGT di Monfalcone da 875 MW) e alla base clienti (oltre 5 milioni di clienti gas e elettricità al 2035).
La crescita della Business Unit Ambiente è trainata dalla realizzazione di impianti di trattamento dedicati alla chiusura del ciclo dei rifiuti e dal potenziamento del recupero di materia ed energia. L’EBITDA è atteso in aumento: da circa 0,4 miliardi nel 2023 e nel
2026, a 0,5 miliardi nel 2030, a oltre 0,7 miliardi nel 2035.
Nella Business Unit Smart Infrastructures, l’Ebitda pari a 0,5 miliardi del 2023, è previsto che raggiunga 0,7 miliardi al 2026 e 0,9 miliardi al 2030, per tendere al 2035 ad un livello
maggiore di 1,1 miliardi. Tali risultati includono anche il contributo dell’operazione di
aggregazione nella provincia di Milano e Brescia (closing atteso nell’ultimo trimestre del 2024) che apporterà un Ebitda aggiuntivo al 2035 di 0,2 miliardi.
L’Utile netto ordinario mostra un trend di crescita coerente con l’andamento della marginalità operativa, da 0,6 miliardi nel 2023 e nel 2026 a 0,7 miliardi nel 2030 e risulta maggiore di 1 miliardo al 2035. Il tasso di crescita CAGR 2023-2026, al netto dell’effetto scenario sul 2023, risulta pari al 10%, mentre il corrispondente valore sul periodo 2023-2035 è pari al 7%.
Il nuovo Piano Industriale prevede CAPEX complessivi per 22 miliardi, di cui il 44% focalizzati su business a bassa volatilità. Oltre il 70% degli investimenti previsti entro il 2030 è autorizzato o già in corso di realizzazione.
Dei 22 miliardi complessivi, circa 6 miliardi sono relativi all’Economia circolare, con focus su WtE (32%), recupero materia e trattamento dei rifiuti (25%), al teleriscaldamento (14%) e al ciclo idrico (12%). 16 miliardi sono destinati alla Transizione energetica, dedicati principalmente allo sviluppo delle reti elettriche (43%) e delle energie rinnovabili (29%).
Nel dettaglio, in arco di piano alla BU Energia sono destinati circa 7,8 miliardi, la BU Ambiente investe 4,3 miliardi e per la BU Smart Infrastructures sono previsti 9,1 miliardi.
Il Piano 2024-2035 conferma l’attenzione del Gruppo verso un’equilibrata e sostenibile struttura del capitale finalizzata a mantenere il profilo di credito di A2A a un solido investment grade.
Il rapporto PFN/EBITDA è atteso a un livello sempre inferiore a 2,8x (per poi scendere sotto a 2,4x a fine Piano), nel rispetto della capacità di indebitamento del Gruppo.
Il rapporto FFO/Net Debt è sempre in area 25% fino al 2030, nel rispetto delle metriche richieste dalle agenzie per il mantenimento del rating attuale, per poi superare il 30% a fine Piano. Si conferma l’impegno del Gruppo a mantenere l’attuale rating.
La crescita equilibrata della marginalità operativa consente di generare un solido flusso di cassa da impiegare per il finanziamento degli investimenti, con una cash conversion, data dal rapporto tra Flusso di Cassa Operativo al netto degli investimenti di mantenimento ed EBITDA, pari a circa il 50%.
Il percorso di A2A nella Finanza Sostenibile si è ulteriormente rafforzato nel 2023, con la quota di debito ESG sul debito totale che ha raggiunto il 70%. La Strategia Finanziaria di Piano permetterà di accrescere ulteriormente il peso della Finanza Sostenibile a oltre l’80% nel 2026, oltre il 90% nel 2030, arrivando ad avere solo debito sostenibile al 2035.
Infine, l’utile record dell’esercizio 2023 ha permesso di proporre la distribuzione di un dividendo in crescita del 6% rispetto a quanto distribuito nel 2023 a valere sull’esercizio 2022. La politica dei dividendi prevede una crescita sostenibile del dividendo per azione di almeno il 3% annuo nel periodo di piano.