Partenza contrastata a Wall Street, con l’attenzione ancora rivolta all’inflazione e alla Fed.
Dopo pochi minuti di scambi, il Dow Jones guadagna lo 0,2%, lo S&P 500 scambia intorno alla parità, il Nasdaq cede lo 0,3%.
I dati di febbraio sui prezzi al consumo Usa hanno evidenziato un’accelerazione contro le attese, mettendo in luce la difficoltà dell’ultimo miglio da percorrere per la Fed nel riportare l’inflazione all’obiettivo di lungo termine del 2%.
Nonostante i dati rinforzino la cautela dei funzionari della banca centrale prima di procedere ad un allentamento della politica monetaria, le aspettative degli operatori sui tagli ai tassi hanno subito variazioni minime: i mercati scontano con una probabilità del 60% che il primo taglio possa arrivare al meeting FOMC di giugno.
Lo sguardo è però già rivolto al meeting FOMC del 19-20 marzo, dove la Fed fornirà il nuovo ‘dot plot’, ossia le stime aggiornate sulla traiettoria futura dei tassi.
Dall’agenda macro di oggi, nella settimana all’8 marzo il dato MBA sulle richieste di mutui ipotecari negli Stati Uniti ha evidenziato un incremento del 7,1%, dopo il +9,7% della settimana precedente.
Sul Forex, l’euro/dollaro sale a 1,094, il dollaro/yen a 147,9. Tra le materie prime, in rialzo le quotazioni del greggio, con il Brent (+2,2%) a 83,7 dollari e il Wti (+2,4%) a 79,5 dollari.
Nel comparto obbligazionario, infine, i rendimenti sui Treasury a 2 e 10 anni salgono rispettivamente al 4,61% e al 4,18%.