Le borse europee chiudono miste, con Wall Street poco mossa dopo le prime ore di contrattazioni, in attesa della decisione sui tassi della Fed.
A Milano, il Ftse Mib archivia gli scambi con un +0,1% a 34.293 punti, sopra la parità come l’Ibex 35 di Madrid (+0,5%), il Dax di Francoforte (+0,2%). Chiude invariato il Ftse 100 di Londra, mentre termina in calo il Cac 40 di Parigi (-0,5%).
Oltreoceano il Dow Jones guadagna lo 0,1%, lo S&P 500 e il Nasdaq scambiano intorno alla parità.
Occhi puntati sulla Federal Reserve: data ormai per certa la decisione di mantenere i tassi invariati al range attuale del 5,25-5,50%, l’attenzione degli investitori sarà rivolta soprattutto al nuovo ‘dot-plot’, ossia le proiezioni aggiornate della banca centrale sui tassi nel 2024 e nel 2025, e alla conferenza stampa di questa sera del presidente Powell.
Nel frattempo, dall’agenda macro di oggi, nella settimana al 15 marzo l’indice Mba che misura le nuove richieste di ipoteche negli Stati Uniti ha registrato un decremento dell’1,6%, dopo il +7,1% della settimana precedente.
Nel Regno Unito, l’inflazione rallenta oltre le attese: a febbraio i prezzi al consumo sono cresciuti del 3,4% anno su anno, rispetto al +3,5% del consensus e al +4,0% del mese precedente. Su base mensile sono saliti dello 0,6%, rispetto al +0,7% del consensus e al -0,6% di gennaio. L’indice CPI Core ha riportato un incremento del 4,5% anno su anno, rispetto al +4,6% delle attese e al +5,1% di gennaio.
In Germania, a febbraio, l’indice dei prezzi alla produzione ha registrato un calo dello 0,4% su base mensile rispetto al -0,1% del consensus e al +0,2% di gennaio. Il dato su base annua evidenzia un calo del 4,1% a fronte di un -3,8% atteso dagli analisti e del -4,4% del mese precedente.
In Italia a gennaio la produzione industriale ha registrato un calo dell’1,2% su base mensile, in peggioramento oltre le attese (-0,5%) rispetto al +1,2% di dicembre. La variazione dell’indice rispetto all’anno precedente, corretta dagli effetti di calendario, ha evidenziato una contrazione del 3,4%, dopo il -1,5% di dicembre.
A livello di Eurozona, la lettura preliminare di marzo dell’indice riguardante la fiducia dei consumatori si è attestata a -14,9 punti, sopra il consensus (-15 punti) il dato finale di febbraio (-15,5 punti).
Sul forex, l’euro/dollaro scende a 1,086, mentre il cambio dollaro/yen sale a 151,6. Tra le materie prime, in calo le quotazioni del greggio con il Brent (-1,7%) a 85,9 dollari e il Wti (-1,9%) a 81,2 dollari.
Sull’obbligazionario, lo spread Btp-Bund sale a 129 punti, con il rendimento del decennale italiano al 3,70%.
Tornando a Piazza Affari, guida Terna (+3,6%) seguita da Telecom (+1,9%), Prysmian (+1,4%), Iveco (+1,3%). Chiudono in coda Poste Italiane (-3,9%) dopo la pubblicazione del Business Plan al 2028, Diasorin (-3,0%), Eni (-1,6%), Erg (-1,6%).