Le borse europee proseguono perlopiù deboli a metà seduta in scia ai futures di Wall Street.
A Milano, il Ftse Mib cede lo 0,05% a 34.246 punti, in flessione come il Ftse 100 di Londra (-0,1%), l’Ibex35 di Madrid (-0,1%) e il Cac 40 di Parigi (-0,5%), mentre resiste sopra la parità il Dax di Francoforte (+0,3%).
Cresce l’attesa per le decisioni della Federal Reserve che verranno annunciate stasera mentre prevale l’aspettativa che la banca centrale manterrà i tassi stabili per la quinta riunione consecutiva. Gli investitori si concentreranno poi sulle proiezioni dell’istituto per valutare quanti tagli al costo del denaro verranno effettuati quest’anno.
In settimana la Fed avvierà anche discussioni approfondite sul proprio bilancio, incluso quando e come rallentare il ritmo con cui la banca centrale drena la liquidità in eccesso dal sistema finanziario.
Focus oggi anche sul meeting della Bank of Indonesia, sul discorso della presidente della BCE, Christine Lagarde, e sull’IPO di Reddit, mentre domani lo sguardo si orienterà sulla Bank of England. Secondo gli operatori una mossa della BoE è improbabile poiché i policy maker affermano di aver bisogno di ulteriori prove che le pressioni sui prezzi si ridurranno in modo sostenibile.
Sull’equity i titoli del lusso hanno riportato perdite in Europa dopo che Kering, proprietaria di Gucci, ha messo in guardia sul calo delle vendite, alimentando le preoccupazioni sulla spesa dei consumatori di fascia alta in Cina.
Dall’agenda macroeconomica, in Italia a gennaio la produzione industriale ha registrato un calo dell’1,2% su base mensile, in peggioramento più delle attese (-0,5%) dal +1,2% di dicembre (rivisto da +1,1%). La variazione dell’indice rispetto all’anno precedente, corretta dagli effetti di calendario, ha evidenziato una contrazione del 3,4%, dopo il -1,5% di dicembre (rivisto da -2,1%).
In Germania, a febbraio, l’indice dei prezzi alla produzione ha registrato un calo dello 0,4% su base mensile rispetto al -0,1% del consensus e al +0,2% di gennaio. Il dato su base annua evidenzia un calo del 4,1% a/a a fronte di un -3,8% atteso dagli analisti e del -4,4% del mese precedente.
Sempre a febbraio, nel Regno Unito, i prezzi al consumo sono saliti dello 0,6% su base mensile, rispetto al +0,7% del consensus e al -0,6% di gennaio. Su base annua, sono cresciuti del 3,4%, in rallentamento oltre le attese (+3,5%) rispetto al +4,0% del mese precedente. L’indice CPI Core ha riportato un incremento del 4,5%, rispetto al +4,6% del consensus e al +5,1% di gennaio.
Occhi su richieste mutui MBA negli USA e fiducia dei consumatori preliminare di marzo dell’Eurozona.
Sul forex, l’euro/dollaro è scende a 1,084 mentre il cambio tra biglietto verde e lo yen balza a 151,7. Tra le materie prime, petrolio in calo con il Brent (-1%) a 86,5 dollari al barile e il Wti (-1,1%) a 81,8 dollari.
Sull’obbligazionario, lo spread Btp-Bund sale di circa tre punti base a 127 punti, con il rendimento del decennale italiano al 3,68%.
Tornando a Piazza Affari, ancora in testa Terna (+3,5%) in scia ai conti 2023, l’approvazione del piano industriale 2024-28 e dopo che S&P e Moody’s hanno confermato il rating di lungo termine della società, rispettivamente a BBB+ con outlook stabile e Baa2 con outlook stabile.
Seguono Prysmian (+1,6%), Snam (+1%) e Amplifon (+0,7%). In coda Poste Italiane (-3,1%), che ha confermato i preliminari 2023 e annunciato il business plan 2024-28, Banca Popolare di Sondrio (-2%), Diasorin (-1,7%) ed Eni (-1,6%).