Il nuovo Piano Industriale 2024-2028 di Terna punta a consolidare il ruolo strategico dell’azienda quale abilitatore del sistema elettrico italiano e, più in generale, a rafforzare l’impegno a servizio del Paese per la transizione energetica.
Per raggiungere gli obiettivi del Green Deal europeo e del Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima (PNIEC) in tema di decarbonizzazione, che prevedono una riduzione delle emissioni di gas serra entro il 2030 di almeno il 55% rispetto ai livelli del 1990,
Terna ha previsto una significativa crescita degli investimenti, i più alti mai registrati nella storia del Gruppo, che nell’arco di Piano saranno pari complessivamente a 16,5 miliardi, +65% rispetto all’ultimo Piano, di cui 2,6 miliardi nel 2024.
A guidare lo sviluppo del Piano Industriale è la sostenibilità degli investimenti, parte integrante del processo di creazione di valore per l’azienda e di benefici per il sistema e l’ambiente. Gli interventi di Terna, infatti, sono considerati sostenibili al 99% secondo i criteri di ammissibilità introdotti dalla Tassonomia Europea.
Non può però esserci una transizione energetica senza una contestuale transizione digitale che la accompagni e la sostenga. Per questo motivo il concetto di Twin Transition è il fondamento del nuovo Piano Industriale di Terna, che ha stanziato circa 2 miliardi in digitalizzazione e innovazione, valore in forte crescita (+60%) rispetto al precedente Piano.
Il Piano prevede due direttrici strategiche: Attività Regolate in Italia e Attività Non Regolate.
Le Attività Regolate in Italia continueranno a rappresentare il core business del Gruppo. Terna ha infatti pianificato il più alto investimento di sempre, pari a 15,5 miliardi complessivi, di cui circa 1,1 miliardi finanziati tramite contributi pubblici a fondo perduto, per rafforzare ed espandere la rete di trasmissione, nonché per sviluppare la capacità di interconnessione con l’estero, al fine di garantire una crescente sicurezza, resilienza ed efficienza del sistema anche di fronte a una sempre maggiore integrazione di energia da fonti rinnovabili.
I più importanti progetti infrastrutturali del Piano Industriale 2024-2028 includono il Tyrrhenian Link, l’elettrodotto sottomarino che collegherà la Sicilia alla Sardegna e alla Campania contribuendo al migliore utilizzo delle rinnovabili e al phase-out delle centrali a carbone e di quelle a olio più inquinanti; l’Adriatic Link, collegamento sottomarino che unirà l’Abruzzo e le Marche, il Sa.Co.I.3, l’infrastruttura tra Sardegna, Corsica e Penisola italiana, e l’elettrodotto a 380 kV Chiaramonte-GulfiCiminna in Sicilia. Avranno un ruolo cruciale anche le interconnessioni con l’estero: su tutte il ponte energetico invisibile Elmed, che unirà Italia e Tunisia favorendo l’ottimizzazione delle risorse tra Europa e Nord Africa.
Grazie a tutti gli investimenti previsti, il valore degli asset regolati (Regulatory Asset Base, RAB) raggiungerà i 30,6 miliardi nel 2028, con un Compound Annual Growth Rate (CAGR) nell’arco di Piano pari all’8%. A fine 2024, la RAB sarà pari a 22,5 miliardi, mentre a fine 2023 il dato si è attestato a 20,4 miliardi.
Nel Piano Industriale 2024-2028, in continuità con gli anni precedenti, le Attività Non Regolate saranno volte a sviluppare soluzioni tecnologiche innovative e digitali in coerenza con il ruolo istituzionale del Gruppo Terna, contribuendo a generare nuove opportunità di business. I mercati di riferimento per le aziende non regolate stanno attraversando una fase di espansione, guidata in larga misura dai trend legati alla transizione energetica: aumento delle richieste per sviluppo di impianti di generazione da fonti rinnovabili, rinnovamento delle reti e crescita di nuovi sotto-segmenti industriali, quali i data center e altri grandi consumatori di energia elettrica.
Il Piano prevede diverse azioni per valorizzare il portfolio di attività, introducendo misure di
ottimizzazione per rafforzare le prestazioni finanziarie e consolidare la posizione di leadership sul mercato. Queste azioni mirano a mantenere i business competitivi rispetto ai concorrenti nel settore Equipment (trasformatori e cavi) e a rafforzare ulteriormente la leadership negli Energy Services. Si prevede che le Attività Non Regolate apporteranno un contributo all’EBITDA del Gruppo pari a circa 600 milioni cumulati nell’arco di Piano, a fronte di un limitato impegno in termini di investimenti e un basso profilo di rischio.