Nel nuovo Piano Industriale 2024-2028, il mantenimento di una struttura del capitale solida, grazie alla robusta generazione di cassa, contribuirà a sostenere la crescita degli investimenti – valore cumulato nel quinquennio pari a 16,5 miliardi, il più alto nella storia del Gruppo, per accelerare il processo di decarbonizzazione del paese – e un’attrattiva politica dei dividendi.
Inoltre, l’impegno costante del Gruppo Terna alla realizzazione delle attività previste nel Piano Industriale e al conseguimento dei relativi obiettivi economico-finanziari è confermato dal raggiungimento e superamento delle guidance comunicate ai mercati finanziari per gli anni 2022 e 2023, solida base di partenza per il conseguimento dei nuovi target previsti in arco di Piano.
I ricavi di Gruppo nel 2028 sono previsti in crescita a 4,60 miliardi e l’EBITDA a 3,25 miliardi, con una crescita media annua (CAGR) nell’arco di Piano di circa l’8% per i ricavi e di oltre l’8% per l’EBITDA.
Nel 2024, in particolare, è previsto che i ricavi si attestino a 3,55 miliardi e l’EBITDA a 2,42 miliardi.
Previsto in miglioramento, rispetto al consuntivo 2023, anche l’utile netto di Gruppo che porterà a un utile per azione (EPS) di 49 centesimi di euro nel 2024 e di 55 centesimi nel 2028, con una crescita media annua nell’arco di Piano di circa il 5%.
La nuova politica dei dividendi garantisce una crescita costante e prevedibile, nonché una piena visibilità. Nel dettaglio, nell’arco di piano la nuova politica prevede una crescita annua minima del dividendo per azione (DPS) pari al 4%, assumendo il 2023 come anno di riferimento.
Per il 2024, il dividendo per azione (DPS) sarà pari al valore più alto tra la crescita del 4% rispetto al 2023 e un payout del 75%. L’eventuale maggior dividendo distribuito nel 2024 non avrà impatto sui dividendi dal 2025 in poi.
Nonostante l’accelerazione degli investimenti (+65% rispetto all’ultimo Piano), Terna punta a preservare una solida e sostenibile struttura del capitale, anche attraverso l’emissione di ulteriori strumenti ibridi, con l’obiettivo di mantenere l’attuale livello di rating, con un rapporto Funds From Operations (FFO)/Net Debt che a fine Piano si attesti intorno all’11%. Il costo del debito netto di piano è previsto pari a circa il 3,3%.