Fervi ha archiviato l’esercizio 2023 con ricavi delle vendite consolidate pari a 56,4 milioni in calo del 1,5% su base annua.
Una dinamica, spiega la società, derivata “principalmente da un rallentamento dei ritiri dei clienti industriali verificatosi nel quarto trimestre dell’esercizio i cui effetti principali si sono manifestati nel dicembre 2023. Si ricorda che nell’esercizio 2023, Rivit India (controllata al 99,9% da Rivit Srl) è stata consolidata integralmente, apportando circa 1,3 milioni di ricavi a livello consolidato”.
L’EBITDA si è attestato a 8,4 milioni e l’EBIT a 5,5 milioni, sostanzialmente in linea all’anno precedente. L’incidenza dell’EBITDA sul fatturato è stata pari al 14,8%, in aumento dello 0,3%.
L’EBITDA adjusted, escludendo i costi non ricorrenti, legati principalmente alle risoluzioni dei contratti con i precedenti direttori generali di Fervi e di Vogel, è migliorato di 0,2 milioni; l’incidenza dell’EBITDA Adjusted sul fatturato si è attestata al 15,3%, in aumento dello 0,6% rispetto al 2022.
Gli oneri finanziari sono calati del 32,2% a seguito della diminuzione degli interessi su mutui e delle commissioni sulla garanzia bancaria prestata al venditore di Rivit Srl dovute entrambe alla diminuzione del debito residuo.
Il minor carico fiscale, in termini di percentuale di imposte rispetto all’EBT (25,0% nel 2023
rispetto a 28,5% nel 2022) “è frutto, principalmente, dell’utile di Vogel Germany, lo scorso anno in perdita, che non paga imposte nel 2023 avendo perdite pregresse da utilizzare a compensazione. Inoltre, si è esaurito per Fervi e Riflex, il beneficio fiscale connesso all’agevolazione Patent Box dell’anno 2020. La società continua invece a beneficiare della detrazione connessa all’agevolazione maturata nel 2023, in misura maggiore rispetto al precedente anno”.
L’esercizio si è chiuso con un utile netto di 3,9 milioni (3,6 milioni nel 2022). Il risultato netto adjusted dell’ammortamento del Know How “affrancato oltre che dei costi non ricorrenti, legati principalmente alla risoluzione del contratto con il precedente direttore generale di Fervi”, sarebbe risultato “pari a 5 milioni rispetto a 4,5 milioni dello scorso anno con un incremento dell’10,1% a parità delle componenti non ricorrenti di aggiustamento rilevate nel 2023”.
Sul fronte patrimoniale, l’indebitamento finanziario netto si è fissato a 7,6 milioni, in miglioramento di 1,2 milioni circa rispetto al 30 settembre 2023 (8,8 milioni) e di 3,6 milioni rispetto al 31 dicembre 2022 (11,2 milioni).
La variazione positiva della PFN, spiega la società, “è dovuta principalmente ai seguenti fattori: il Gruppo ha generato un flusso derivante dall’attività operativa pari a 5,5 milioni; Investimenti in immobilizzazioni per 1,2 milioni di cui circa 500mila euro per l’acquisto del nuovo gestionale di Rivit; nel corso di maggio 2023 è stato corrisposto agli azionisti un dividendo pari a circa 1,02 milioni; con il primo consolidamento della Rivit India, la posizione finanziaria netta consolidata ha beneficiato di un miglioramento di circa 0,3 milioni”.
Il CdA proporrà all’assemblea, convocata per il prossimo 23 aprile, la distribuzione di un dividendo pari a 0,47 euro per azione (+17,5%) con stacco cedola il 6 maggio, record date il 7 maggio e pagamento l’8 maggio.
Riguardo l’outlook, in contesto di incertezza macroeconomica, il Gruppo “continua a sopperire alle criticità di fornitura grazie a una accurata pianificazione e ai rapporti ultradecennali con i propri fornitori che permette di avere disponibilità di prodotti di magazzino per la vendita”.
“Sono stati inoltre rivisti ulteriormente e comunicati ai clienti aumenti di listino dei prezzi di
vendita necessari a salvaguardare la marginalità dall’aumento dei prezzi richiesto da parte dei fornitori del Gruppo a causa del contestuale aumento del costo delle materie prime (in particolare acciaio e ferro)”.
Inoltre, “l’evoluzione della situazione macroeconomica e di mercato viene tenuta costantemente sotto controllo dalle rispettive società operative e unitamente dalla supervisione mensile della capogruppo attraverso il CIS. L’attività propria di coordinamento e controllo della capogruppo viene supportata dalla stretta supervisione dello staff dell’amministratore delegato al fine di identificare ogni azione necessaria con particolare riferimento al costo dei noli internazionali che comunque sono in calo nella seconda metà dell’anno”.
“Nonostante il Gruppo non abbia sedi nei paesi attualmente interessati dal conflitto, né questi rappresentino significativi mercati di sbocco o di fornitura per lo stesso, le tensioni sociopolitiche citate in precedenza, sono tenute sotto osservazione per valutare eventuali ripercussioni anche su altri mercati e/o riflessi sui cambi, prezzi delle materie prime e delle utilities”.
Fervi, conclude una nota, “proseguirà, inoltre, la propria strategia di crescita focalizzata, tra l’altro, sul costante impegno all’ espansione dell’offerta di prodotti a catalogo e di supporto ai clienti, sulla massimizzazione della profittabilità, anche attraverso un’attenta politica di controllo dei costi, mantenendo la solidità patrimoniale e finanziaria che contraddistingue le aziende del Gruppo”.
Nel commentare l’andamento del Gruppo, Guido Greco, amministratore delegato, ha dichiarato: “Nonostante una leggera contrazione del fatturato principalmente legato al rallentamento della produzione industriale europea verificatosi in particolare nell’ultimo trimestre dell’anno, i risultati del 2023 mostrano un miglioramento dei parametri di redditività sia a livello di EBITDA che di utile netto ed un significativo miglioramento della posizione finanziaria netta: questo dimostra che il Gruppo è in salute e che le aspettative definite nel programma di crescita del Gruppo potranno essere rispettate. Inoltre, ci dà la possibilità di continuare a remunerare gli azionisti con un dividendo crescente di anno in anno (+17,5% rispetto al dividendo distribuito nel 2023, +135% rispetto al primo anno di quotazione (dividendo distribuito nel 2018)”.
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