Apertura mista per le principali borse europee con gli investitori che stanno valutando le decisioni delle banche centrali dei giorni scorsi.
A Milano, il Ftse Mib cede lo 0,2% a 34.244 punti, in linea al Cac 40 di Parigi (-0,2%), mentre resistono il Ftse 100 di Londra (+0,3%), l’Ibex35 di Madrid (+0,3%) e il Dax di Francoforte (flat).
Torna la cautela in scia ad alcuni dati macroeconomici statunitensi che hanno supportato l’aspettativa che la Fed potrebbe essere costretta a fare marcia indietro sulle sue previsioni di riduzione dei tassi dopo aver indicato tre tagli da 25 punti base per il 2024.
I dati sull’edilizia abitativa, sulla manifattura e sul mercato del lavoro pubblicati oltreoceano hanno infatti confermato la solidità dell’economia a stelle e strisce, una solidità che potrebbe indurre la banca centrale americana a ridurre i tassi di interesse più lentamente di quanto previsto dal mercato.
Inoltre, l’inaspettata riduzione del costo del denaro da parte della Banca nazionale svizzera ha alimentato la speculazione secondo cui altre principali banche centrali ridurranno i loro tassi ufficiali più velocemente di quanto farà la Federal Reserve.
Sul fronte asiatico, la Banca popolare cinese ha abbassato il tasso di riferimento giornaliero in misura maggiore da inizio di febbraio, segno, secondo alcuni operatori, che Pechino starebbe dando il via libera a ulteriori svalutazioni in un contesto di ripresa economica difficoltosa.
Riguardo il Giappone, i mercati restano concentrati sulla possibilità che la Banca centrale effettuerà ulteriori aumenti dei tassi entro la fine dell’anno a seguito del suo primo rialzo dal 2007.
Focus anche sul Consiglio Europeo con la presenza della presidente della Bce, Christine Lagarde.
Dall’agenda macroeconomica, occhi stamane sull’IFO tedesco.
A marzo l’indice Gfk, che misura la fiducia dei consumatori nel Regno Unito, si è attestato a -21 punti, stabile, contro le attese (-19 punti), rispetto al dato di febbraio.
A febbraio l’indice dei prezzi al consumo (CPI) del Giappone ha evidenziato una crescita del 2,8% anno su anno, sotto le attese (+2,9%) e in accelerazione rispetto al +2,2% del mese precedente. Al netto dei prezzi relativi a cibi freschi e alle componenti più volatili, l’indicatore ha registrato +2,8%, in linea al consensus e in aumento rispetto al +2% di gennaio.
Sul forex, l’euro/dollaro ridiscende a 1,082 e il cambio tra biglietto verde e lo yen a 151,4. Tra le materie prime, petrolio in calo con il Brent (-0,3%) a 85,5 dollari al barile e il Wti (-0,3%) a 80,8 dollari.
Sull’obbligazionario, lo spread Btp-Bund riparte da 128 punti, con il rendimento del decennale italiano al 3,66%.
Tornando a Piazza Affari, guidano in avvio Italgas (+0,7%), Iveco (+0,5%), Snam e Mediobanca (+0,4%) mentre arretrano Stm (-1,7%), Enel (-1,3%) all’indomani dei conti, Telecom Italia (-1,3%).