Le borse europee proseguono perlopiù deboli a metà seduta in linea ai futures di Wall Street con lo sguardo sui driver di questa settimana.
A Milano, il Ftse Mib resta a +0,3% a 34.454 punti, mentre viaggiano sotto la parità il Cac 40 di Parigi (-0,4%), il Ftse 100 di Londra (-0,3%), il Dax di Francoforte (-0,1%) e l’Ibex35 di Madrid (-0,1%).
Cresce l’attesa per i dati chiave che verranno diffusi nei prossimi giorni e che culmineranno venerdì con il deflatore PCE, un indicatore di inflazione attentamente monitorato dalla Federal Reserve, alla ricerca di ulteriori indizi sul futuro percorso di politica monetaria della banca centrale americana.
Se da un lato si rafforza la convinzione che la Fed taglierà i tassi quest’anno a seguito delle dichiarazioni accomodanti del presidente Jerome Powell della scorsa settimana, dall’altro lato gli investitori iniziano a preoccuparsi delle valutazioni azionarie dopo il recente rally.
Focus in settimana anche sull’inflazione di Australia, Francia, Italia e Spagna.
In Asia, il premier cinese Li Qiang ha minimizzato le preoccupazioni degli investitori riguardo alle sfide che l’economia si trova ad affrontare, affermando che Pechino sta intensificando il sostegno politico per stimolare la crescita e che sta affrontando i rischi sistemici.
Sullo sfondo continuano a pesare le preoccupazioni per un’escalation delle tensioni internazionali a seguito in particolare del grave attentato terroristico di venerdì sera a Mosca, rivendicato dall’Isis, con almeno 137 vittime.
Dall’agenda macroeconomica odierna, focus nel pomeriggio, oltreoceano, sul Chicago Fed National Activity Index di febbraio e sull’attività manifatturiera Fed Dallas di marzo.
A gennaio il Leading Index finale giapponese si è attestato a 109,5 punti, rispetto ai 109,9 punti del dato preliminare.
Sul forex, l’euro/dollaro si mantiene a 1,082 e il cambio tra biglietto verde e lo yen a 151,3. Tra le materie prime, prosegue il rialzo del petrolio con il Brent (+0,8%) a 85,5 dollari al barile e il Wti (+0,9%) a 81,3 dollari in scia all’intensificarsi delle tensioni geopolitiche dopo l’attacco in Russia e all’outlook positivo sulle commodities.
Sull’obbligazionario, lo spread Btp-Bund sale leggermente a 133 punti (+1bp), con il rendimento del decennale italiano al 3,67%.
Tornando a Piazza Affari, sale in vetta Saipem (+4,9%) dopo che Berenberg ne ha aumentato il target price da 2,85 a 3 euro, confermandone il ‘buy’. Seguono Leonardo e Telecom Italia (+2,3%). Scivola in coda Inwit (-1,2%), con le vendite anche su Iveco (-1,2%), Campari e Diasorin (-1%).