Altra seduta contrastata per le principali borse asiatiche dopo la chiusura tonica di ieri a Wall Street.
Shanghai e Shenzhen guadagnano rispettivamente lo 0,6% e l’1,7%, positive come Hong Kong (+1,2%). Male invece il Giappone con Nikkei a -1,5% e il Topix a -1,7%.
Oltreoceano, il Dow Jones ha terminato in progresso del 1,2%, lo S&P500 dello 0,9% e il Nasdaq di mezzo punto percentuale.
L’attenzione rimane concentrata sul deflatore PCE, un indicatore di inflazione attentamente monitorato dalla Federal Reserve, nonché sui discorsi della presidente della Fed di San Francisco, Mary Daly, e del numero uno della banca centrale americana Powell, tutti in agenda venerdì.
Nel frattempo gli investitori hanno ponderato l’intervento di ieri sera del governatore della Fed Christopher Waller secondo cui non c’è fretta di abbassare i tassi di interesse e vuole vedere “almeno un paio di mesi di dati sull’inflazione migliori” prima di tagliare.
Sempre in tema di banche centrali, una sintesi delle opinioni emerse dall’incontro politico della Banca del Giappone della scorsa settimana mostra che i funzionari hanno discusso la necessità di rimanere cauti nel loro approccio verso ulteriori aumenti dei tassi di interesse.
Sul forex, l’euro/dollaro scende a 1,081 mentre il cambio tra biglietto verde e lo yen risale a 151,4 dopo che la valuta giapponese mercoledì è scesa ai minimi degli ultimi 34 anni rispetto al dollaro. Tra le materie prime, petrolio in rialzo con il Brent (+0,4%) a 85,7 dollari al barile e il Wti (+0,5%) a 81,7 dollari.