Seduta in rosso per le principali borse asiatiche dopo la chiusura debole di ieri a Wall Street.
Shanghai e Shenzhen cedono rispettivamente lo 0,1% e lo 0,6%, fa peggio Hong Kong (-1,1%). In Giappone, Nikkei a -1% e il Topix a -0,3%.
Oltreoceano, lo S&P500 ha terminato in calo dello 0,7%, il Nasdaq e il Dow Jones di un punto percentuale.
Vendite diffuse sulla maggior parte dei titoli asiatici a causa di un devastante terremoto di magnitudo 7.4 a Taiwan che ha intaccato la propensione al rischio, mentre l’incertezza sul percorso dei tassi d’interesse statunitensi ha stimolato ampie prese di profitto nella regione.
Il terremoto è stato il più forte a colpire l’isola dal 1999 e ha interrotto l’erogazione di energia elettrica a diverse abitazioni, distruggendo le infrastrutture pubbliche e mettendo in crisi i trasporti pubblici in tutta l’isola.
Oltre alle preoccupazioni per Taiwan, l’attenzione questa settimana è soprattutto rivolta ai dati sul lavoro negli Stati Uniti; in attesa del Job Report di venerdì, occhi puntati domani sulla stima ADP sulla variazione dell’occupazione e giovedì al dato settimanale sulle richieste di disoccupazione.
Gli investitori stanno ricalibrando le loro aspettative sull’allentamento monetario da parte della Federal Reserve, qualora i dati in uscita confermassero la solidità del mercato del lavoro americano.
Le osservazioni del presidente della Fed Jerome Powell più tardi mercoledì potrebbero offrire ulteriori indizi. Powell parlerà dopo che altri due funzionari della Fed che hanno votato sulle decisioni di politica monetaria quest’anno hanno sostenuto l’ipotesi di tagli quest’anno nei commenti di martedì.
La presidente della Fed di San Francisco Mary Daly e la sua controparte di Cleveland Loretta Mester hanno affermato che si aspettano ancora che la banca centrale abbasserà i tassi tre volte nel 2024, anche se non hanno fretta di iniziare a ridurre il costo del denaro.
Sul forex, l’euro/dollaro oscilla a 1,077 e il cambio tra biglietto verde e lo yen a 151,6. Tra le materie prime, petrolio poco mosso, con il Brent (+0,2%) a 89,1 dollari al barile e il Wti (+0,1%) a 85,2 dollari.