Le borse europee viaggiano perlopiù in leggero rialzo a metà seduta mentre i futures di Wall Street si muovono in flessione
A Milano, il Ftse Mib guadagna lo 0,2% a 34.395 punti, poco sopra la parità come l’Ibex35 di Madrid (+0,3%), il Dax di Francoforte (+0,3%) e il Cac 40 di Parigi (+0,3%). In negativo invece il Ftse 100 di Londra (-0,4%).
I dati migliori del previsto sulle opportunità di lavoro negli Stati Uniti e sugli ordinativi di beni industriali hanno alimentato le incertezze sul ritmo dell’allentamento della Federal Reserve. Gli operatori prevedono attualmente riduzioni dei tassi per circa 65 punti base quest’anno, ovvero meno dei 75 punti base segnalati nelle ultime stime del “dot plot” della banca centrale americana.
Le parole del presidente della Fed Jerome Powell, attese oggi, potrebbero offrire ulteriori indizi.
La numero uno della Fed di San Francisco Mary Daly e la sua controparte di Cleveland Loretta Mester hanno affermato di aspettarsi ancora che la banca centrale abbasserà i tassi tre volte nel 2024, sebbene ritengano che non ci sia fretta di iniziare a ridurre il costo del denaro.
Sul fronte asiatico, mentre pesano i timori legati al devastante terremoto a Taiwan, Tatsuo Yamasaki, ex viceministro delle finanze per gli affari internazionali del Giappone, ha dichiarato in un’intervista che il governo “può intervenire non appena lo yen scenderà oltre l’attuale range”.
Dall’agenda macroeconomica, da monitorare nel pomeriggio, oltreoceano, le Richieste mutui MBA, ADP Employment Change e PMI servizi e composito finale, entrambi di marzo.
Intanto, a marzo i prezzi al consumo nell’Eurozona hanno registrato un aumento dello 0,8% su base mensile (dato preliminare), inferiore alle attese (+0,9%) e dopo il +0,6% di febbraio. Su base annua i prezzi al consumo hanno riportato un +2,4%, al di sotto del consenus (+2,5%) e dopo il +2,6% del mese precedente. L’indice Core, calcolato al netto dei prezzi di energia, cibo, alcool e tabacco, mostra a marzo (dato preliminare) un incremento su base tendenziale del 2,9%, meno delle previsioni degli analisti (+3%) e dopo il +3,1% di febbraio.
A febbraio il tasso di disoccupazione dell’Eurozona si è attestato al 6,5%, poco sopra le attese (6,4%) e confermando il dato di gennaio (rivisto da 6,4%).
In Italia invece a febbraio il tasso di disoccupazione è aumentato inaspettatamente al 7,5% (consensus 7,2%) dal 7,3% di gennaio (rivisto da 7,2%).
Sul forex, l’euro/dollaro oscilla a 1,077 e il cambio tra biglietto verde e lo yen a 151,7. Tra le materie prime, petrolio poco mosso con il Brent (+0,3%) a 89,2 dollari al barile e il Wti (+0,2%) a 85,3 dollari. Il tutto in vista della riunione dell’OPEC+ in cui si prevede che il gruppo confermerà gli attuali tagli all’offerta.
Sull’obbligazionario, lo spread Btp-Bund è stabile a 143 punti, con il rendimento del decennale italiano al 3,80%.
Tornando a Piazza Affari, ancora in testa Finecobank (+6,2%) dopo che JP Morgan ne ha alzato il rating a ‘overweight’ da ‘neutral’ con target price a 16,30 euro. Seguono Unipol (+1,6%), Mediobanca (+1,4%) e Tenaris (+1,3%). In fondo, invece, Stellantis (-2,3%) e Iveco (-2,1%).