Avvio negativo per le principali borse europee con il sentiment che si divide i segnali di indebolimento dello slancio nell’economia cinese e le preoccupazioni per gli elevati tassi di interesse statunitensi e le tensioni in Medio Oriente.
A Milano, il Ftse Mib cede l’1,3% a 33.529 punti, al pari del Cac 40 di Parigi (-1,3%), giù anche il Ftse 100 di Londra (-1,2%), il Dax di Francoforte (-1,2%) e l’Ibex35 di Madrid (-1%).
Una serie di indicatori economici cinesi hanno mostrato che la ripresa economica della nazione rimane disomogenea. Mentre sia il prodotto interno lordo che gli investimenti in immobilizzazioni hanno superato le previsioni, i dati sulle vendite al dettaglio e sulla produzione industriale sono stati inferiori alle stime.
Inoltre restano i timori che la Federal Reserve manterrà i tassi di interesse elevati per un periodo di tempo più esteso alla luce di un’economia statunitense che si mantiene robusta e in considerazione del rischio che l’inflazione si consolidi.
Sullo sfondo restano i rischi di escalation in Medio Oriente, con i massimi funzionari militari israeliani che hanno ribadito che il Paese non ha altra scelta se non quella di rispondere all’attacco iraniano del fine settimana.
Dall’agenda macro è emerso che nel Regno Unito il tasso medio di disoccupazione del trimestre terminato a febbraio è aumentato oltre le attese (4%) al 4,2% dal 3,9% della precedente rilevazione. Il tasso di richieste di disoccupazione, espresso come percentuale della forza lavoro totale, a marzo è stabile rispetto al mese precedente al 4,0%. Sempre a marzo il numero dei senza lavoro che hanno chiesto un sussidio di disoccupazione è aumentato di 10,9 mila unità dopo l’aumento di 4,1 mila di febbraio (dato rivisto da 16,8mila unità).
Attesi in mattinata l’inflazione armonizzata UE italiana di marzo e gli indici ZEW di aprile della Germania e dell’Eurozona. Occhio dagli Usa, nel pomeriggio, alla produzione industriale di marzo.
Sul forex, l’euro/dollaro ridiscende a 1,061 mentre il cambio tra biglietto verde e lo yen risale a 154,5. Tra le materie prime, petrolio in frazionale rialzo con il Brent (+0,3%) a 90,4 dollari al barile e il Wti (+0,4%) a 85,7 dollari.
Sull’obbligazionario, lo spread Btp-Bund riparte da 141 punti, con il rendimento del decennale italiano al 3,85%.
Tornando a Piazza Affari, resistono alle vendite solo Snam (+0,1%) e Terna (+0,03%) che ha sottoscritto un amendment and restatement agreement volto a incrementare a 2,255 miliardi l’importo della ESG-linked Revolving Credit Facility sottoscritta il 12 maggio 2023 e pari a 1,805 miliardi. In rosso tutti gli altri titoli con in coda Prysmian (-2,3%), Banca Popolare di Sondrio (-2,1%), Stellantis e Tenaris (-2%).