Wall Street apre la settimana in rialzo, incurante della possibile escalation militare dopo l’attacco iraniano verso Israele. Tuttavia nel corso della seduta scivola progressivamente con gli indici che non riescono a reagire ed aumentano la discesa chiudendo non troppo lontani dai minimi intraday.
Solo il Dow Jones (-0,7%) contiene la perdita al di sotto del punto percentuale, mentre S&P500 (-1,2%) e Russell 2000 (-1,4%) terminano ben oltre.
Giornata difficile per l’intera batteria dei titoli tecnologici a larga capitalizzazione capitanati da Tesla (-5,6%), Nvidia (-2,5%), Meta e Apple (-2,2%). Più marcato invece il calo di Salesforce (-7,3%), la quarta società di software al mondo, la quale soffre la trimestrale meno brillante del previsto.
Indice VIX in forte rialzo (+12%,) per la seconda seduta consecutiva, a quota 19,25 punti.
Sul mercato obbligazionario tornano a salire i rendimenti sulla parte lunga della curva dei tassi di interesse. Il Tbond si apprezza di sette punti base chiudendo al 4,59%.
Materie prime in ordine sparso nel tentativo di valutare l’impatto della nuova crisi militare medio orientale.
Il petrolio chiude invariato poco al di sopra di quota 85 dollari al barile, recuperando il gap iniziale (-1,5%) fino a $84. Gran giornata invece per il rame (+2,8%) che mette a segno il nuovo massimo storico.
Tra i metalli preziosi buon rimbalzo dei due principali – oro ed argento – con il primo che risale del 1,2% toccando di nuovo quota 2.400 dollari l’oncia, mentre l’argento si apprezza del due e mezzo per cento sfiorando i $29.
Sul mercato valutario il dollaro prosegue la fase di rafforzamento e risale fino a 1,061 nei confronti della moneta unica ed a 154 rispetto allo yen giapponese, nuovo massimo da quasi un quarto di secolo.