Gli eurolistini chiudono perlopiù in rialzo, mentre Wall Street procede negativa.
A Milano, il Ftse Mib archivia gli scambi con un +0,7% a 33.633 punti, positivo come l’Ibex 35 di Madrid (+1,0%), il Cac 40 di Parigi (+0,6%), il Ftse 100 di Londra (+0,4%), mentre termina invariato il Dax di Francoforte (0,0%).
Oltreoceano il Nasdaq cede lo 0,6%, lo S&P500 lo 0,4%, il Dow Jones lo 0,3%.
Nel complesso, si stanno progressivamente allentando le tensioni sull’azionario globale dopo il sell-off dei scorsi giorni che era stato alimentato dai timori che la Federal Reserve manterrà i tassi di interesse più alti per un periodo più lungo.
Timori sostenuti anche dalle recenti dichiarazioni del presidente della Fed, Jerome Powell, secondo il quale probabilmente ci vorrà più tempo per avere fiducia che l’inflazione si stia dirigendo verso l’obiettivo della banca centrale. Qualche nuova indicazione potrebbe arrivare stasera dal Beige Book della Fed, ovvero il rapporto sulle condizioni economiche attuali nei 12 distretti dell’istituto americano, che coprono tutto il territorio degli USA.
In Europa, la presidente della Bce, Christine Lagarde, nel respingere ogni ipotesi di un percorso di calo prestabilito, ha affermato che “ci stiamo avvicinando al momento di una linea monetaria meno restrittiva: bisogna solo guadagnare un po’ di fiducia nel processo disinflazionistico”.
Sullo sfondo, continuano a pesare le preoccupazioni di un’escalation delle guerre in Ucraina e in Medio Oriente.
Dall’agenda macroeconomica, nella settimana al 12 aprile l’indice Mba, che misura le nuove richieste di ipoteche negli Stati Uniti, ha registrato un aumento del 3,3%, dopo il +0,1% della settimana precedente.
A marzo i prezzi al consumo nell’Eurozona hanno registrato una crescita dello 0,8% su base mensile, confermando il dato preliminare e le attese. Su base annua il dato ha evidenziato un aumento del 2,4%, in linea al consensus e al di sotto del +2,6% del preliminare (rivisto da +2,4%). L’indice Core, calcolato al netto dei prezzi di energia, cibo, alcool e tabacco, ha mostrato un incremento su base tendenziale del 2,9%, confermando il dato preliminare e le attese.
Sempre a marzo, nel Regno Unito i prezzi al consumo sono saliti dello 0,6% su base mensile, al si sopra del consensus (+0,4%) e in linea rispetto a febbraio (+0,6%). Su base annua, l’indice si attesta a +3,2%, in calo rispetto al mese precedente (+3,4%), a fronte del +3,1% del consensus. Infine, l’indice CPI core si è attestato al +4,2%, segnando un rallentamento minore delle attese (+4,1%) rispetto a febbraio (+4,5%).
Sul forex, l’euro/dollaro sale a 1,064, il cambio dollaro/yen scende a 154,6. Tra le materie prime in ribasso le quotazioni del petrolio, con il Brent (-1,6%) a 88,5 dollari e il Wti (-1,7%) a 83,9.
Sull’obbligazionario, lo spread Btp-Bund scende a 142 punti, con il rendimento del decennale italiano al 3,87%.
Tornando a Piazza Affari, guida Banca Popolare di Sondrio (+5,7%) seguita da Diasorin (+3,7%), Bper Banca (+2,8%), Moncler (+2,3%). Si posizionano in coda invece Leonardo (-1,7%), Prysmian (-1,5%), Amplifon (-0,9%), Interpump (-0,9%).