Mercati – Eurolistini ampliano i guadagni a metà seduta con Piazza Affari a +1,%

La seduta prosegue con le borse europee che consolidano i guadagni mattutini, mentre i futures di Wall Street si muovono sopra la parità.

A Milano, il Ftse Mib guadagna l’1% a 33.744 punti, bene come il Cac 40 di Parigi (+1,2%), l’Ibex35 di Madrid (+1,2%), il Dax di Francoforte (+0,6%) e il Ftse 100 di Londra (+0,5%).

Resta l’attenzione sulle banche centrali dopo che il presidente della Fed, Jerome Powell, ha affermato che probabilmente ci vorrà più tempo per avere fiducia che l’inflazione si stia dirigendo verso l’obiettivo della banca centrale. Parole che esprimono un cambiamento nel suo messaggio dopo che la misura chiave dell’inflazione ha superato le previsioni per il terzo mese.

Gli operatori ora dubitano perfino che ci sarà anche solo mezzo punto di riduzione dei tassi rispetto a un inizio di anno in cui prevevano fino a sei tagli nel 2024, ovvero un allentamento di 1,5 punti percentuali.

Il vicepresidente della Fed, Philip Jefferson, ha dichiarato di aspettarsi che l’inflazione continuerà a moderarsi con i tassi di interesse al livello attuale, ma le persistenti pressioni sui prezzi giustificherebbero il mantenimento di un costo del denaro elevato per un periodo più lungo. L’omologo di Richmond, Thomas Barkin, ha affermato che alcuni dati recenti, compreso l’indice dei prezzi al consumo, non “sono stati di supporto” a un “soft landing”.

La presidente della Bce, Christine Lagarde, nel respingere ogni ipotesi di un percorso di calo prestabilito, ha affermato che “ci stiamo avvicinando al momento di una linea monetaria meno restrittiva: bisogna solo guadagnare un po’ di fiducia nel processo disinflazionistico”.

In Cina, l’autorità di regolamentazione dei titoli ha cercato di dissipare le preoccupazioni sulle nuove regole di borsa a seguito della disfatta delle azioni a bassa capitalizzazione.

Sullo sfondo, resta alta la tensione in Medio Oriente con l’Iran che aspetta il contrattacco e ha avvertito Israele di essere pronto a “usare armi mai impiegate prima”. Gli Stati Uniti hanno intanto imposto nuove sanzioni nei confronti di Teheran. L’Arabia Saudita e gli Emirati Arabi Uniti hanno chiesto il massimo “autocontrollo” per risparmiare la regione “dai pericoli della guerra e dalle sue terribili conseguenze”.

Dall’agenda macroeconomica, è emerso che a marzo i prezzi al consumo nell’Eurozona hanno registrato una crescita dello 0,8% su base mensile, confermando il dato preliminare e le attese. Su base annua il dato ha evidenziato un aumento del 2,4%, in linea al consensus ma in rallentamento dal +2,6% del preliminare (rivisto da +2,4%). L’indice Core, calcolato al netto dei prezzi di energia, cibo, alcool e tabacco, ha mostrato un incremento su base tendenziale del 2,9%, confermando il dato preliminare e le attese.

Sempre a marzo nel Regno Unito i prezzi al consumo sono saliti dello 0,6% su base mensile, al si sopra del consensus (+0,4%) e in linea rispetto a febbraio (+0,6%). Su base annua, l’indice si attesta a +3,2%, in calo rispetto al mese precedente (+3,4%), a fronte del +3,1% del consensus. Infine, l’indice CPI core si è attestato al +4,2%, segnando un rallentamento minore delle attese (+4,1%) rispetto ad febbraio (+4,5%).

Lo sguardo si sposterà nel pomeriggio oltreoceano sulle richieste mutui MBA.

Sul forex, l’euro/dollaro risale a 1,064 mentre il cambio tra biglietto verde e lo yen ridiscende a 154,6. Tra le materie prime, petrolio in calo con il Brent (-1%) a 89,1 dollari al barile e il Wti (-1%) a 84,5 dollari.

Sull’obbligazionario, lo spread Btp-Bund scende di circa sette punti base rispetto all’apertura attestandosi a 139 punti, con il rendimento del decennale italiano al 3,87%.

Tornando a Piazza Affari, guidano Banca Popolare di Sondrio (+3,9%) e Diasorin (+3,7%), seguite da Moncler e Bper (+2,5%), mentre scivolano in coda Recordati (-0,8%) e Leonardo (-0,4%).