Partenza perlopiù in cauto rialzo per le principali borse europee in un clima che resta appesantito dalle incertezze sulle decisioni della Federal Reserve e dai timori per una escalation in Medio Oriente.
A Milano, il Ftse Mib guadagna lo 0,2% a 33.473 punti, sopra la parità come il Cac 40 di Parigi (+0,5%), l’Ibex35 di Madrid (+0,3%), il Dax di Francoforte (+0,1%). Flat invece il Ftse 100 di Londra.
Resta l’attenzione sulle banche centrali dopo che il presidente della Fed, Jerome Powell, ha affermato che probabilmente ci vorrà più tempo per avere fiducia che l’inflazione si stia dirigendo verso l’obiettivo della banca centrale. Parole che esprimono un cambiamento nel suo messaggio dopo che la misura chiave dell’inflazione ha superato le previsioni per il terzo mese.
Gli operatori ora dubitano perfino che ci sarà anche solo mezzo punto di riduzione dei tassi rispetto a un inizio di anno in cui prevevano fino a sei tagli nel 2024, ovvero un allentamento di 1,5 punti percentuali.
Il vicepresidente della Fed, Philip Jefferson, ha dichiarato di aspettarsi che l’inflazione continuerà a moderarsi con i tassi di interesse al livello attuale, ma le persistenti pressioni sui prezzi giustificherebbero il mantenimento di un costo del denaro elevato per un periodo più lungo. L’omologo di Richmond, Thomas Barkin, ha affermato che alcuni dati recenti, compreso l’indice dei prezzi al consumo, non “sono stati di supporto” a un “soft landing”.
La presidente della Bce, Christine Lagarde, nel respingere ogni ipotesi di un percorso di calo prestabilito, ha affermato che “ci stiamo avvicinando al momento di una linea monetaria meno restrittiva: bisogna solo guadagnare un po’ di fiducia nel processo disinflazionistico”.
In Cina, l’autorità di regolamentazione dei titoli ha cercato di dissipare le preoccupazioni sulle nuove regole di borsa a seguito della disfatta delle azioni a bassa capitalizzazione.
Sullo sfondo, resta alta la tensione in Medio Oriente con l’Iran che aspetta il contrattacco e ha avvertito Israele di essere pronto a “usare armi mai impiegate prima”. Gli Stati Uniti hanno intanto imposto nuove sanzioni nei confronti di Teheran.
Dall’agenda macroeconomica, lo sguardo si sposta in mattinata sui prezzi al consumo finali dell’Eurozona di marzo e, nel pomeriggio, oltreoceano, sulle richieste mutui MBA.
A marzo la bilancia commerciale giapponese ha riportato un surplus di 366,5 miliardi di yen, in miglioramento oltre le attese (+345,5 mld) rispetto al disavanzo di 377,8 miliardi del mese di febbraio (rivisto da -379,4 mld).
Sul forex, l’euro/dollaro risale a 1,063 mentre il cambio tra biglietto verde e lo yen ridiscende a 154,5. Tra le materie prime, petrolio in frazionale ribasso con il Brent (-0,3%) a 89,8 dollari al barile e il Wti (-0,3%) a 85,1 dollari.
Sull’obbligazionario, lo spread Btp-Bund riparte da 146 punti, con il rendimento del decennale italiano al 3,94%.
Tornando a Piazza Affari, guidano in avvio Diasorin (+3,3%), Campari (+1,4%), Prysmian e Popolare di Sondrio (+1,2%) mentre scivolano in coda Stm, Erg (entrambe -0,8%) e A2A (-0,6%).