Mercati asiatici – Vendite diffuse

Vendite diffuse sulle principali borse asiatiche dopo la chiusura debole di ieri a Wall Street.

Shanghai e Shenzhen cedono rispettivamente lo 0,3 e lo 0,8%, fanno peggio Hong Kong (-1,5%) e il Giappone con il Nikkei a -2,7% e il Topix a -1,9%.

Oltreoceano, il Dow Jones ha terminato a +0,1%, mentre lo S&P500 ha ceduto lo 0,2% e il Nasdaq lo 0,5%.

Il sentiment è stato scosso dalle notizie sugli attacchi israeliani all’Iran che hanno fatto crescere ulteriormente le preoccupazioni per il peggioramento delle condizioni geopolitiche in Medio Oriente

Nella notte, infatti, Israele ha attaccato una base aerea militare vicino alla città di Esfahan, nell’Iran centrale. In questa zona ci sono anche siti associati al programma nucleare iraniano, compreso il sito sotterraneo di arricchimento di Natanz, che è stato ripetutamente preso di mira da sospetti attacchi di sabotaggio israeliani. Tuttavia, la televisione di stato iraniana ha descritto tutti i siti della zona come “completamente sicuri”.

Parallelamente resta alta l’attenzione sulla politica monetaria mentre gli operatori stanno ricalibrando le aspettative sui tagli ai tassi di interesse da parte della Federal Reserve.

Nel frattempo, il presidente della Fed di New York, John Williams, ha affermato che, sebbene non sia una sua aspettativa di base, aumentare i tassi di interesse è possibile, se giustificato. L’omologo di Atlanta, Raphael Bostic, ha detto che non pensa che sarà opportuno allentare i tassi fino alla fine del 2024. La Fed potrebbe mantenere i tassi stabili tutto l’anno, ha aggiunto il numero uno della Fed di Minneapolis, Neel Kashkari.

Tornando in Asia, dopo i dati sull’inflazione giapponese inferiori alle stime degli economisti, si rafforza l’aspettativa che la Bank of Japan alzerà nuovamente i tassi a ottobre mentre dovrebbe mantenerli stabili la prossima settimana.

Sul forex, l’euro/dollaro scende a 1,064 e il cambio tra biglietto verde e lo yen a 154,4. Tra le materie prime, petrolio in rialzo con il Brent (+1,1%) a 88,1 dollari al barile e il Wti (+1,2%) a 83,7 dollari.