Prosegue la fase di debolezza di Wall Street la quale non riesce a imbastire un minimo rimbalzo. Ogni tentativo di risalita abortisce infatti durante la seduta e gli indici scivolano nel finale lentamente in territorio negativo, incapaci di reagire.
Lo S&P500 cede due decimi di punto percentuali e si ferma poco al di sopra della soglia psicologica dei 5.000 punti. Sulla stesa linea anche il Russell 2000 che arretra dello 0,3%, mentre il Dow Jones è l’unico indice, tra i quattro principali, a chiudere in verde seppure con un minimo scarto (+0,1%).
Tra i titoli tecnologici principali Tesla (-3,5%) continua la sua fase negativa e scivola al di sotto di quota 150 dollari al barile. In calo anche Microsoft (-1,8%).
Indice VIX sostanzialmente invariato a quota 18 punti.
Sul mercato obbligazionario dura solo una seduta il calo dei rendimenti. Il Tbond risale infatti di cinque punti base al 4,62%.
Tra le materie prime giornata piatta per il petrolio che guadagna pochi decimi di punto percentuali terminando a 83 dollari al barile. Nuovo record del rame (1,5%) che riprende la sua corsa dopo una giornata di calo.
Metalli preziosi anch’essi in fase laterale con i due principali – oro ed argento – che chiudono invariati tentando, invano, nuovo allunghi intraday.
Sul mercato valutario, il dollaro riprende la sua marcia di rafforzamento mettendo sotto pressione sia le valute principali che quelle più deboli. Nel dettaglio sale a 1,063 nei confronti dell’euro, 154,7 rispetto allo yen e 32,65 verso la lira turca, nuovo massimo assoluto.