Le borse europee proseguono miste a metà seduta, mentre i futures di Wall Street viaggiano sopra la parità.
A Milano, il Ftse Mib guadagna lo 0,2% a 34.307 punti, in linea con il Cac 40 di Parigi (+0,1%) e preceduto dal Ftse 100 di Londra (+0,5%), in flessione invece il Dax di Francoforte (-0,1%) e l’Ibex35 di Madrid (-0,4%).
Lo sguardo degli investitori è già rivolto alla riunione della Federal Reserve che si concluderà mercoledì, con l’istituto che probabilmente manterrà i tassi stabili ai massimi degli ultimi vent’anni.
L’attenzione si concentrerà poi sulla conferenza stampa del presidente Jerome Powell che potrebbe fornire nuove indicazioni sulle tempistiche di un primo allentamento alla luce anche dei dati diffusi la scorsa settimana con un deflatore PCE, una delle misure inflattive maggiormente monitorare dalla Fed, che ha evidenziato a marzo un incremento del 2,7% su base annua, oltre il consensus (+2,6%) e il +2,5% di febbraio. Su base mensile, il dato è stabile al +0,3%.
Prescindendo da elementi volati, il PCE Core ha registrato un aumento del 2,8% anno su anno, in linea con il dato di febbraio ma al di sopra delle attese (+2,7%). Su base mensile, l’indicatore ha registrato un +0,3%, in linea con consensus e mese precedente.
I mercati scontano al momento una sola riduzione del costo del denaro in tutto il 2024.
Resta monitorato anche il fronte geopolitico con il Segretario di Stato americano Antony Blinken che sta intensificando gli sforzi per garantire una tregua a Gaza negli incontri in Medio Oriente, in quella che potrebbe essere l’ultima possibilità di persuadere Israele ad annullare l’attacco contro Rafa.
Dall’agenda macroeconomica, ad aprile la lettura finale sulla fiducia dei consumatori nell’Eurozona, stilata dalla Commissione europea, si è attestata a -14,7 punti, in linea con la rilevazione preliminare. Il dato finale di marzo era pari a -14,9 punti.
Focus nel pomeriggio sui prezzi al consumo preliminari della Germania e sull’attività manifatturiera Fed Dallas, tutti e due di aprile.
Il massimo funzionario giapponese in campo valutario, Masato Kanda, non ha rilasciato commenti alla domanda dei giornalisti se sia intervenuto o meno a seguito del forte rimbalzo dello yen dai minimi degli ultimi 34 anni.
Sul forex, l’euro/dollaro risale a 1,072 mentre il cambio tra biglietto verde e lo yen scivola a 155,8. Tra le materie prime, petrolio in calo con il Brent (-0,3%) a 88 dollari al barile e il Wti (-0,2%) a 83,7 dollari.
Sull’obbligazionario, lo spread Btp-Bund cala a 130 punti, con il rendimento del decennale italiano al 3,84%.
Tornando a Piazza Affari, in forte progresso A2A (+3,8%), seguita da Nexi (+1,8%), Banca Popolare Sondrio (+1,5%) e Diasorin (+1,4%), mentre si posizionano in coda Unicredit, Moncler e Ferrari (tutte a -0,6%).