Previsto avvio debole per le principali borse europee con gli investitori che restano focalizzati su politica monetaria, dati macroeconomici e trimestrali.
Chiusura ieri mista a Wall Street con Nasdaq a -0,2%, S&P500 flat e il Dow Jones a +0,4%.
Sui mercati asiatici, Tokyo ha terminato a -0,3%, Shanghai viaggia a +0,8% e Hong Kong a +1,1%.
La lettura sull’inflazione statunitense in calendario la prossima settimana fornirà nuove informazioni sull’economia a stelle e strisce dopo che i dati sull’occupazione pubblicati venerdì scorso hanno mostrato che il mercato del lavoro si sta raffreddando.
Ieri, la presidente della Fed Bank di Boston, Susan Collins, ha avvertito che probabilmente i tassi di interesse dovranno essere mantenuti ai massimi degli ultimi vent’anni per un periodo più lungo di quanto si pensasse in precedenza, per smorzare la domanda e ridurre le pressioni sui prezzi.
In Asia, sempre in tema di politica monetaria, gli investitori stanno valutando una sintesi delle opinioni hawkish emerse nella riunione di aprile della banca centrale giapponese. I membri dell’istituto hanno discusso sulla possibilità di tagliare gli acquisti di obbligazioni e sul percorso di futuri rialzi dei tassi.
Il massimo funzionario valutario nipponico, Masato Kanda, ha affermato che il paese sarebbe pronto a intraprendere le azioni appropriate quando necessario, ma si è astenuto dal confermare il sostegno ufficiale nelle ultime settimane.
In Cina, il sentiment beneficia delle speranze che di una ripresa della seconda economia mondiale in scia ai dati sulle esportazioni e sulle importazioni che hanno superato le previsioni.
In particolare, ad aprile la bilancia commerciale cinese ha registrato un saldo positivo di 72,35 miliardi di dollari, in aumento rispetto al surplus di 58,55 miliardi di marzo ma inferiore al dato stimato dagli analisti (surplus di 81,0 miliardi).
Nel dettaglio, le esportazioni su base annua sono salite dell’1,5%, oltre il +1,3% delle attese, dopo il -7,5% del mese precedente. Le importazioni hanno registrato un incremento dell’8,4%, rispetto al +4,7% del consensus e al -1,9% della rilevazione precedente.
Ad alimentare l’ottimismo contribuisce anche la decisione di una delle principali città dell’est di rimuovere i limiti agli acquisti di case, un ulteriore segnale da parte di Pechino a sostegno di un settore immobiliare in difficoltà.
Per contro pesa la notizia che il costruttore Country Garden Holdings ha dichiarato di non poter effettuare il pagamento degli interessi su un’obbligazione locale garantita da un programma sostenuto dallo Stato.
Dall’agenda macroeconomica, focus nel pomeriggio, oltreoceano, sulle richieste settimanali di sussidi di disoccupazione.
A marzo il Leading Index giapponese preliminare si è attestato a 111,4 punti, superiore ai 111,2 punti del consensus e ai 112,1 punti di febbraio (rivisto da 111,8 punti).
Sul fronte delle materie prime, l’amministrazione Biden ha aumentato il prezzo che è disposta a pagare per ricostituire le riserve petrolifere di emergenza del paese, che si sono ridotte quasi al livello più basso degli ultimi quarant’anni.
Tornando a Piazza Affari, riflettori su Prysmian, Nexi, Bper e Unicredit dopo i conti.
Eni è rientrata con successo sul mercato americano prezzando oggi due emissioni obbligazionarie in dollari statunitensi a tasso fisso con durata di 10 e 30 anni per un valore nominale complessivo di 2,25 miliardi di dollari statunitensi.