I ricavi netti consolidati nel primo trimestre 2024 sono stati pari a 607,8 milioni, in aumento del 10,2% rispetto al primo trimestre 2023, o +10,9% a perimetro omogeneo e a cambi costanti (+6,3% escludendo l’impatto della Turchia), confermando i preliminari annunciati il 22 aprile scorso.
“Questi risultati”, spiega la società, “sono stati sostenuti dall’ottimo andamento del business in entrambi i segmenti Specialty & Primary Care e Rare Diseases, che continuano a registrare una crescita a doppia cifra (a cambi costanti). L’impatto negativo dei cambi per il primo trimestre 2024 è stato pari a 31,2 milioni (-5,7%), che ha interessato prevalentemente il settore Specialty & Primary Care, ed è principalmente dovuto alla svalutazione della lira turca, compensata dall’ elevata inflazione dei prezzi”.
L’utile operativo rettificato è stato pari a 202 milioni, in aumento del 8,3%, con un’incidenza sui ricavi del 33,2%, “sostanzialmente in linea con l’anno precedente”. L’utile operativo è stato pari a 186,9 milioni, in aumento del 8,3%, “assorbendo l’impatto a livello di margine lordo di costi non monetari di 14,3 milioni (rispetto agli 11,2 milioni nel primo trimestre 2023), derivanti dalla rivalutazione al fair value del magazzino prodotti oncologici rari acquisito. I costi non ricorrenti sono stati pari a € 0,8 milioni, più bassi rispetto ai 2,8 milioni del primo trimestre del 2023”.
L’EBITDA è stato pari a 244 milioni, in aumento del 10,5%, e con un’incidenza sui ricavi del 40,2% (rispetto al 40,0% nel primo trimestre 2023), “riflettendo forti ricavi e il beneficio della leva operativa attribuibile anche all’integrazione rapida ed efficace di Avodart e Combodart/ Duodart, con previsione di un aumento graduale delle attività di ‘life cycle management’ e quindi dei relativi costi nel corso dell’anno, in linea con il piano”.
Gli oneri finanziari sono stati pari a 25,7 milioni, in aumento di 13,1 milioni rispetto all’anno
precedente, e includono “2,7 milioni di perdite sui cambi (per la maggior parte non realizzate,
rispetto a 0,6 milioni di utili nel primo trimestre 2023) e perdite monetarie nette di 3,2 milioni
derivanti dalla contabilizzazione degli effetti dell’iperinflazione (rispetto a 0,8 milioni di utili nel
primo trimestre 2023)”.
L’utile netto rettificato è stato pari a 163,7 milioni, in aumento del 5,6%, con un’incidenza sui ricavi del 26,9%, “con un aumento dell’utile operativo parzialmente compensato dall’incremento degli interessi passivi oltre che dell’aliquota fiscale in seguito all’aumento delle aliquote fiscali in alcuni paesi”. L’utile netto è stato pari a 123,6 milioni, con un’incidenza sui ricavi del 20,3%, “in linea con l’anno precedente, con la crescita dell’utile operativo compensata dall’incremento dell’aliquota fiscale, dei costi di finanziamento, oltre che dal lieve aumento dei costi non monetari relativi alle rimanenze di magazzino acquisite da EUSA Pharma e un maggiore impatto della contabilizzazione dell’iperinflazione”.
Il debito netto al 31 marzo 2024 è stato pari a 1.432,3 milioni, o una leva di circa 1,75 volte
l’EBITDA pro-forma, rispetto al debito netto di 1.579,4 milioni al 31 dicembre 2023.
“Grazie al forte slancio del business”, il Gruppo prevede di realizzare gli obiettivi finanziari per il 2024 e il 2025 precedentemente annunciati.
Come comunicato il 22 febbraio, gli obiettivi finanziari per il 2024 sono:
- Ricavi netti compresi tra 2.260 e 2.320 milioni
- EBITDA compreso tra 830 e 860 milioni; margine del +/- 37%
- Utile netto rettificato compreso tra 550 e 570 milioni; margine del +/- 24.5%
Il Gruppo continua a prevedere inoltre di realizzare, con l’attuale portafoglio, ricavi superiori a 2,4 miliardi nell’esercizio 2025, mantenendo un margine EBITDA del +/- 37%. “Gli elementi chiave della strategia del Gruppo, la politica di allocazione del capitale e dei dividendi rimangono invariati”.